CAMMARATA. Per tre anni avrebbe falsificato decine di mandati di pagamento intascando cifre da capogiro. Ora Giuseppe Reina, 70 anni, ex direttore dei servizi generali amministrativi dell'istituto professionale "Archimede" di Cammarata, è stato condannato a restituire 705.493 euro al ministero dell'Istruzione. Lo stabilisce una sentenza (1125/2014) emessa dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti. Tra il 2005 e il 2008 il funzionario, che per la stessa vicenda è stato indagato per peculato dalla procura di Agrigento, avrebbe messo a punto un complesso meccanismo per incassare somme non dovute: approfittando della sua carica, infatti, aggiungeva una o più cifre all'inizio dell'importo da pagare, quindi sostituiva a un reale creditore dell'istituto, che appariva nei registri cartacei come destinatario del versamento, un altro soggetto (spesso se stesso) che incassava materialmente le somme erogate dalla banca perché veniva "caricato" nel registro informatico. Dagli accertamenti, scattati dopo che il collegio dei revisori dei conti aveva segnalato numerose "anomalie", era emerso che Reina avrebbe incassato indennità non dovute e mandati di pagamento con le motivazioni più disparate: i canoni per l'affitto di un garage in cui custodire l'auto di servizio, il bollo dell'auto intestata ad un privato e perfino l'acquisto di liquori. Dall'11 aprile al 30 giugno 2008, mentre era in corso l'ispezione ministeriale, il funzionario si era assentato dal lavoro adducendo motivi di salute e presentato le proprie dimissioni, accolte a decorrere dal 1° luglio 2008. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI