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Il «caso» Enel, in 500 rischiano di restare al buio a Sciacca

SCIACCA. Nessuna soluzione, né provvisoria né definitiva. Anche ieri un nulla di fatto nella vicenda del trasferimento della cabina Enel che si trova nel palazzo Azzara e che verrà disattivata giovedì 6 novembre con intervento dell'ufficiale giudiziario. Questa cabina serve circa 500 utenze del centro storico per le quali si fa sempre più concreta l'ipotesi di rimanere al buio. Anche la conferenza di servizi di ieri mattina, con sopralluogo in altri siti, si è conclusa con un nulla di fatto. Un sopralluogo è stato effettuato nei locali, di proprietà della curia, nella stessa piazza Inveges, ritenuti inadeguati dall’Enel. Poi è stata valutata l'ipotesi di collocare una cabina provvisoria, sempre in piazza Inveges, ma all’esterno, in una zona adiacente la parte posteriore della chiesa del Collegio. Valutata anche la possibilità di collocare la cabina, interrata, in via Licata. A fine mattinata solo tante ipotesi e nessun risultato.

Il Comune ha ribadito il proprio dissenso all'ipotesi di collocare una cabina provvisoria alla «Chiazza», nella zona riqualificata. Il sito, per l’Enel, deve avere determinate caratteristiche. La cabina è larga e alta 2 metri e 50 centimetri. Se non viene collocata all’esterno deve esserci una determinata distanza dai muri. Questo avrebbe portato l’Enel a scartare l'ipotesi di trasferire la cabina in un giardino, sempre di proprietà della Curia, distante una decina di metri dal palazzo Azzara. Insomma, ancora oggi nulla di fatto.

 

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