AGRIGENTO. "Il provvedimento di sequestro va annullato perché le contestazioni sono indeterminate": con queste motivazioni il tribunale del riesame di Agrigento rimuove i sigilli, a distanza di quasi quaranta giorni, apposti a una vasta area di proprietà della ditta "Nobile demolizioni" alla quale la Procura contesta il reato di ricettazione e la violazione di normative ambientali perché, secondo l'ipotesi degli inquirenti, avrebbe gestito in maniera illecita i rifiuti. Il sequestro era scattato il 23 settembre nell'ambito del piano di contrasto al fenomeno dei furti di rame. Il gruppo interforze, creato dopo un vertice in Prefettura al quale ha preso parte il ministro dell'Interno Angelino Alfano, aveva eseguito una serie di controlli a tappeto in alcuni depositi dove si riteneva potesse esserci parte del rame che viene rubato nelle campagne lasciando al buio interi quartieri. La ditta che si occupa di smaltire e commercializzare prodotti ferrosi oggetto delle demolizioni, i cui locali si trovano fra le vie Mazzini e Cimarra, era stata oggetto di un'accurata ispezione e all'interno di una vasca di calcestruzzo era stata trovata oltre una tonnellata di rame nonchè numerosi prodotti metallici oggetto delle demolizioni. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI