"Non so chi sia Francesco Ribisi, conosco invece Gianfranco Taranto perché siamo compaesani. Mai avuto rapporti commerciali con lui, solo in una circostanza mi propose di fare una fornitura di olio ma non ricordo neppure come andò a finire".
L'imprenditore Cristian Milone, dal 2000 e fino a pochi mesi fa titolare del ristorante "Il covo del brigante" di Trabia, ribadisce in aula di non avere mai subito alcuna richiesta estorsiva da parte della famiglia mafiosa di Ventimiglia di Sicilia che, secondo l'accusa, attraverso Taranto avrebbe allacciato dei rapporti con la famiglia di Agrigento che si stava riorganizzando affidando il nuovo mandamento all'ultimo rampollo in quel momento libero della storica famiglia di Cosa Nostra.
Nelle intercettazioni agli atti dell'inchiesta, sfociata il 26 giugno del 2012 in 54 provvedimenti di fermo eseguiti da poliziotti di squadra mobile e commissariato di Porto Empedocle, ricorre spesso il nome "olio".
ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI AGRIGENTO DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA
Caricamento commenti
Commenta la notizia