AGRIGENTO. La scoperta della pericolosità del ponte Ficile, in contrada Stretto, è solo l’ultima delle criticità che riguardano le arterie della parte dell’agrigentino compresa tra i Comuni di Licata, Canicattì, Ravanusa e Campobello di Licata. Dallo scorso 7 luglio, quando è imploso il viadotto Petrulla sulla 626, e Licata di fatto è rimasta isolata rispetto all’entroterra agrigentino e nisseno, le verifiche eseguite dall’Anas e dagli altri organi competenti hanno rivelato la fragilità di molte arterie. Le condizioni del ponte di contrada Ficili, tutto sommato, erano note. Tanto che la strada provinciale 6, che attraversa la campagna di Licata e si innesta all’arteria che un tempo si usava per raggiungere Ravanusa, era chiusa da mesi. Considerato, però, che la 626 non è più transitabile, pare che numerosi automobilisti percorressero proprio questo tratto di provinciale per recuperare chilometri e tempo. Per fortuna non si sono verificati disastri. Gli agenti della polizia municipale di Licata, venerdì mattina, erano in zona per svolgere altri servizi quando hanno osservato il ponte Ficili, scoprendo che la situazione era addirittura peggiore rispetto al previsto. Hanno perciò fatto scattare l’allarme e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento cittadino, l’Anas e la Protezione Civile comunale. Il sopralluogo, di fatto, è durato tutta la mattinata ed è servito a confermare quanto si temeva: le campate del ponte sono a rischio, perciò bisogna vietare il transito delle auto in quel punto. Da tempo un cartello, sistemato prima del ponte, indicava il pericolo, ma evidentemente c’è chi non vi ha fatto caso ed ha continuato a percorrere l’arteria in questione. Solo un miracolo ha evitato il peggio. Venerdì pomeriggio, nel sito, sono stati sistemati dei blocchi per impedire il transito delle auto, Speriamo che bastino a “convincere” gli automobilisti dei pericoli cui vanno incontro percorrendo la provinciale 6.