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Licata, ottocento randagi per le strade: "Serve un nuovo canile"

Angelo Pontillo: «Costruendo una struttura più adeguata di quella esistente il Comune risparmierebbe 43.000 euro l’anno»

LICATA. Ottocento randagi per strada, ma un solo canile che può ospitarne al massimo 85, poco più del dieci per cento. Sono i numeri di un fenomeno che ieri è stato denunciato da tre associazioni che in città operano a tutela degli animali. “I Delfini”, l’Una ed “Il rifugio di Caterina”, hanno protocollato al Comune un dossier randagismo indirizzato al presidente del consiglio comunale e per conoscenza ai consiglieri, al commissario straordinario dell’ente, al prefetto di Agrigento ed al capo della procura della Repubblica. La presentazione del dossier era stata annunciata all’incirca un mese fa, all’indomani dell’uccisione di ben dieci randagi da parte di ignoti, ed alle polemiche che si erano registrate in consiglio comunale in seguito ad una lettera indirizzata dalle stesse associazioni.

A firmare il dossier presentato ieri, che è stato coordinato da Angelo Pontillo, sono stati Angelo Rinascente, Lavinia Farulla, Caterina Faraca e Francesca Santamaria. Associazioni ed animalisti chiedono l’apertura di un nuovo canile, visto che ritengono quello utilizzato attualmente inadeguato alla gravità del fenomeno. Tra i dati resi noti si rileva che “l’80 per cento di animali abbandonati perdono la vita a causa di incidenti stradali; il numero di cani sterilizzati ogni anno è pari a 170; il numero dei cani adottati all’anno tocca quota 90; sono 1.800 – si legge nel dossier – le visite che gli uffici del canile ricevono ogni anno; gli abbandoni registrati nell’ultimo anno sono ben 400”.

Nella lettera che accompagna il dossier le associazioni evidenziano che “il 2 settembre scorso, per la seconda volta, il consiglio ha restituito la proposta di delibera che riguarda l’utilizzo di un fabbricato abusivo, acquisito al patrimonio comunale, per la costruzione di un canile rifugio e sanitario”. “La nostra richiesta – scrivono le associazioni nel dossier – è un canile. Non ci interessa il luogo, il sito o la scelta dell’ubicazione. Ci interessa la realizzazione di un canile, necessario per iniziare, tutti assieme, la lotta a randagismo. Ci sono cani dappertutto – si legge nel dossier -, abbandonati, feriti, affamati, cani che aggrediscono, ma anche che soffrono, muoiono. Quale coscienza è talmente insensibile ad un processo che sfinisce il senso della dignità umana”. Infine, secondo i volontari, “numeri alla mano la costruzione di un nuovo rifugio comporterebbe per il Comune un risparmio netto di quasi 43.000 euro all’anno”.

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