Agrigento

Mercoledì 15 Gennaio 2025

Il processo per fuga di notizie ad Agrigento, assolti tre ufficiali dei carabinieri

Il fatto non sussiste. Esattamente per come era stato chiesto dai magistrati della Procura generale Carlo Lenzi e Giuseppe Fici, i giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno assolto - confermando la sentenza di primo grado - l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo, e i capitani Augusto Petrocchi e Carmelo Caccetta, che erano stati accusati di rivelazione di segreto di ufficio. Ai tre ufficiali si contestava di avere rivelato la notizia riservata dell’imminente arresto di un maresciallo, all’epoca dei fatti in servizio alla compagnia di Licata, coinvolto in un giro di tangenti. La vicenda risale al giugno del 2021: l’allora procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, comunica - lecitamente, come sottolineava l’atto di accusa - a Stingo che il Ros di Palermo aveva in corso un’attività di indagine che coinvolgeva alcuni suoi uomini e, in particolare, alcuni carabinieri della compagnia di Licata. Da settembre dello stesso anno e fino al giugno successivo, sempre in maniera legittima, secondo la ricostruzione accusatoria, un alto ufficiale dell’Anticrimine aggiorna Stingo per ragioni istituzionali degli sviluppi della vicenda comunicandogli che il militare indagato era il luogotenente Gianfranco Antonuccio, poi arrestato con l’accusa di avere chiesto tangenti in cambio di favori e coperture. Stingo «violando i doveri inerenti le funzioni - secondo l’accusa - avrebbe rivelato le circostanze al sottoposto capitano Petrocchi, a capo della compagnia di Licata, per avviare una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale di Antonuccio». Secondo la tesi dell’accusa, sarebbe partita una fuga di notizie «a cascata» con la finalità personalistica di fare trasferire Antonuccio evitando l’onta di averlo alle dipendenze del comando al momento dell’arresto. Ai due militari, quindi, si contestava di avere superato il “perimetro» di comunicazione entro il quale la notizia poteva essere veicolata. Caccetta, anch’egli in servizio alla compagnia di Licata, al contrario di Stingo e Petrocchi, sempre secondo l’accusa iniziale, ne avrebbe parlato a un collega solo per metterlo in guardia ed evitargli guai. L’ufficiale viene intercettato «di rimbalzo», il 15 giugno 2022, nell’ambito dell’indagine a carico dello stesso Antonuccio. Un anno e 6 mesi era la richiesta di condanna, in primo grado, per Stingo, accusato pure di calunnia ai danni del collega Antonello Parasaliti, il comandante del Ros di Palermo che ha catturato Matteo Messina Denaro; 8 mesi per Petrocchi e 2 mesi e 20 giorni per Caccetta. Le pene proposte erano ridotte di un terzo per effetto del rito abbreviato. Accuse ritenute del tutto insussistenti dal gup di Agrigento che ne aveva deciso l’assoluzione che è stata adesso confermata in secondo grado.

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