FAVARA. Si sono ostinati a riportare in consiglio comunale il rendiconto della gestione finanziaria 2013 dopo averlo bocciato nella seduta di martedì scorso. Appena qualche virgola modificata per giustificarne la riproposizione ed evitare lo scioglimento anticipato dell'assise ed ecco la sorpresa. Sabato sera gli inquilini dell'aula "Falcone e Borsellino", tradendo quanto concordato in sede di conferenza dei capigruppo, allargata alla presenza dei revisori dei conti e allo stesso sindaco Manganella, hanno nuovamente cassato il conto consuntivo nel quale sono certificate le entrate e le spese sostenute dall'ente nell'esercizio finanziario precedente e con cui avviene la dimostrazione dei risultati. Una bocciatura senza appello che spalancherà le porte al commissario ad acta, Enzo Lauro, che già era venuto a Favara per diffidare il consiglio ad approvarlo entro il 30 settembre. Il funzionario regionale non potrà che prendere atto della volontà del consiglio sostituendosi ad esso. "Nel caso in cui non sarà motivata la bocciatura - aveva detto - sarò io ad approvare il rendiconto e ad avviare le pratiche per lo scioglimento del consiglio. Questo impone la legge". Ieri il presidente del consiglio, Leonardo Pitruzzella, si è messo in contatto telefonico con il commissario ad acta informandolo di quanto accaduto. Se non oggi, nei prossimi giorni ritornerà a Favara per prendere possesso delle delibere. Che i favaresi si aspettassero un esito diverso era opinione diffusa convinti che i consiglieri fossero abbarbicati alle poltrone. Invece, è arrivata la smentita anche se qualcuno ha cercato di salvare il salvabile dichiarando che la seduta non si è tenuta in modo regolare non essendosi votati i requisiti dell'urgenza. Questioni di lana caprina? Si vedrà. Intanto, il sindaco, che in questi mesi è stato il bersaglio principale dei partiti politici con 13 consiglieri che la settimana scorsa hanno presentato la mozione di sfiducia nei suoi confronti sembra uscire vincente da tale situazione perché è molto improbabile che anche lui vada a casa. Perché la mozione possa avere seguito dovrà essere votata da 20 consiglieri, numero che, al momento, non sembra raggiungibile anche perché ci saranno in ballo le sei poltrone della giunta che potrebbero stimolare vari appetiti. "Non ho commenti da fare sulla decisione del consiglio - dice Manganella - anche perché, dopo la riunione dei capigruppo, tutto si poteva immaginare e non un simile finale". A determinare la bocciatura del conto consuntivo è stata l'astensione di Pitruzzella e Distefano. A favore avevano votato in 12, Paolo Alaimo, Pasquale Bottone, Gaetano Caramazza, Gero Castronovo, Genny Chianetta, Antonio Limblici, Giuseppe Milioti, Pasquale Milioti, Giuseppe Nobile, Giuseppe Rizzuto, Francesco Salemi e Stefano Valenti. Contro Antonio Alaimo, Giuseppe Bellavia, Salvatore Broccia, Filippo Ceresi, Paolo Dalli Cardillo, Antonio Fallea, Salvatore Lupo, Antonio Palumbo, Rino Scalia, Tania Sgarito, Maria Vella. U.R.