FAVARA. Dopo la frittata di martedì sera, i consiglieri stanno valutando quale azione intraprendere per evitare lo scioglimento del consiglio. Secondo le disposizioni legislative più recenti, la bocciatura del rendiconto di gestione, senza alcuna motivazione, apre le porte al commissario ad acta che procede all'approvazione dell'atto cassato dall'assise notificando la lettera di licenziamento agli inquilini dell'aula "Falcone e Borsellino". Ieri, a palazzo di città si è tenuta una riunione dei capigruppo consiliari allargata alla partecipazione del sindaco Rosario Manganella e dei revisori dei conti Filippo Lipari, nella qualità di presidente del collegio, e di Claudia Restivo, componente. Le polemiche non sono mancate, rimanendo ciascuno sulle proprie posizioni, maggioranza da una parte (che, però, ha dimostrato di non avere i numeri per esitare positivamente il rendiconto 2013), opposizione dall'altra. Ognuno ha fatto valere le proprie ragioni ma, al tirar delle somme, ed essendo in scadenza l'approvazione della tassa sui servizi indivisibili (entro il prossimo 10 settembre bisogna inviare le delibere al Ministero dell'Economia per la pubblicazione sul suo portale senza le quali il Comune sarà costretto ad applicare l'aliquota minima, quella dell'1 per mille, scombinando il bilancio di previsione 2014 visto che le intenzioni dell'amministrazione comunale sono quelle di elevarla al 2,5 per mille) i capigruppo sono scesi a più miti pretese decidendo di riportare in consiglio il rendiconto di gestione 2013 contestualmente alla Iuc e alla Tasi. «Mi è stato dato mandato - dice il presidente del consiglio, Leonardo Pitrizzella - di convocare la seduta per sabato (domani, ndr) alle ore 19». Occorrerà apportare qualche modifica all'atto bocciato altrimenti non sarebbe giustificabile riproporlo sic et simpliciter. E gli uffici finanziari stanno lavorando in tal senso. «Non si può pensare solo all'oggi - spiega l'assessore alle Finanze Carmelina Vita - ma anche al futuro. Con i proventi della tasi si spera di ripianare parte del disavanzo di amministrazione».