AGRIGENTO. Sembrano lontane ma sono l'argomento politico del giorno. Finite le vacanze estive, sul piatto della discussione politica vengono "servite" le elezioni amministrative, anticipate di tre anni rispetto alla naturale scadenza del mandato di Marco Zambuto, che però ha azzerato tutto con le sue dimissioni. Impazza il toto sindaco in città, ma anche sotto l'ombrellone. Ieri a San Leone ed in tutte le località balneari agrigentine l'argomento più "gettonato" nei capannelli di gente era: "Chi sarà il prossimo sindaco" con la fatidica domanda "Chi si porta?" In effetti, anche se sembra molto prematuro, iniziare a parlare di candidature sembra essere il momento giusto. A rompere le uova nel paniere ci ha pensato Lillo Firetto, attuale sindaco di Porto Empedocle (al suo secondo mandato consecutivo - quindi non potrà ricandidarsi alla scadenza della legislatura nel suo paese) nonché deputato regionale dell'Udc, che non ha mai smentito l'ipotesi di una sua candidatura all'ombra dei Templi. Chi lo ha proposto sa che Firetto potrebbe accettare. Anche perché adesso, con l'ipotesi di nuovo Senato, sarà più facile entrare a Palazzo Madama da sindaco di un grosso Comune (come Agrigento) e non certo da primo cittadino di Porto Empedocle. Ammesso che le mire di Firetto siano quelle "Romane". Marco Zambuto non potrà candidarsi, essendo stato condannato in primo grado e quindi per la legge Severino non è proponibile, a meno che in tempi record possa arrivare un'assoluzione in appello, quindi si scatena il toto sindaco. Poi c'è anche Peppe Di Rosa, che non ha mai fatto segreto della sua candidatura per il "post-Zambuto". E poi, ancora Forza Italia e Patto per il territorio che lanciano un appello per trovare un candidato. E' sfumata l'ipotesi di candidare Giovanni Amico, sponsorizzato dal Nuovo centrodestra. Forza Italia potrebbe puntare su Salvatore Iacolino, tornato in servizio all'Asp di Agrigento dopo la mancata rielezione al Parlamento di Bruxelles e Strasburgo. Ma il nome più accreditato sotto le insegne del partito di Silvio Berlusconi sarebbe quello di Vittorio Messina, presidente della Camera di commercio, molto apprezzato dall'ala forzista del Patto per il territorio che si richiama alle posizioni dell'onorevole Riccardo Gallo. L'area del Pd, che è in mano ai renziani di Marco Zambuto, potrebbe puntare invece su chi il sindaco lo ha fatto per 43 giorni, cioè Piero Luparello. Il nome di Luparello è nell'aria e lo stesso non ha mai negato la circostanza. Non esclude di candidarsi anche l'ambientalista Peppe Arnone (per evitare di far vincere Firetto che secondo Arnone è il nemico numero uno di Agrigento perché da sindaco di Porto Empedocle ha permesso la realizzazione del Rigassificatore vicino ai Templi). Altri nomi: il movimento popolare "A viso aperto" propone la candidatura di Enzo Campo, mentre nell'area della sinistra potrebbe rispuntare il nome di Lillo Miccichè. Un ruolo lo rivendica anche il movimento Cinque stelle che nel frammentato firmamento pentastellato non ha un leader capace di catturare l'attenzione degli elettori che credono ancora in Beppe Grillo e nella sua rivoluzione della politica.