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Comune di Agrigento, sfuma l’ipotesi del voto a dicembre

AGRIGENTO. Bisognerà attendere la primavera del 2015 per eleggere il nuovo sindaco di Agrigento. Dopo le dimissioni di Marco Zambuto, che hanno aperto di fatto la fase del commissariamento, non ancora disposto dal presidente della Regione, sfuma la possibilità di aprire una finestra elettorale autunnale per rinnovare quelle amministrazioni che sono in scadenza e quelle che sono rette da funzionari. All’Assemblea regionale siciliana se ne è parlato, ma i deputati agrigentini sembrano propendere per la primavera del prossimo anno. «Non c’è nessuna proposta legislativa – ha dichiarato il vice presidente della Commissione Affari istituzionali dell’Ars, Giovanni Panepinto – attualmente sul tavolo della discussione. Ne ho sentito parlare ma erano solo ipotesi. Domani vedrò l’assessore Valenti alla quale chiederò quale sarà l’orientamento del governo regionale. Personalmente sono convinto che non c’è il tempo per varare una legge che istituisca la sessione autunnale elettorale e penso che si può andare benissimo al voto per le amministrative nella primavera del 2015». Anche gli altri parlamentari agrigentini interpellati sono dello stesso parere. Per Vincenzo Fontana del Nuovo centrodestra «non è necessario andare al voto così presto. Si dovrà programmare una importante campagna elettorale perché adesso le emergenze della città di Agrigento sono così tante che è necessario uno sforzo ed una ulteriore responsabilità». Infine Michele Cimino, portavoce del Patto dei democratici per le riforme: «Il commissario deve avere la possibilità di assestare la situazione economica finanziaria e rendere la Città di Agrigento una città normale».
Intanto non ci sono novità per la nomina del funzionario regionale o di un esterno che dovrà gestire l’amministrazione del Comune di Agrigento e sostituire il vice sindaco rimasto fin troppo in carica dopo le dimissioni di Zambuto. Ieri in municipio c’è stata una conferenza di Giuseppe Di Rosa, che ha sostenuto la tesi di una città immobile, a causa dei ritardi nella nomina del commissario. «La vecchia politica continua a disamministrare questa città – ha esordito il vicepresidente del Consiglio comunale. Dal 13 giugno, data in cui il sindaco Marco Zambuto ha rassegnato le dimissioni, attendiamo la nomina del commissario e nel frattempo la città è ferma». Di Rosa punta il dito contro Luparello, sindaco facente funzioni, la cui firma compare in una proposta di delibera al Consiglio comunale per la vendita del pontile comunale, con una base d'asta di 8mila e 500 euro. «Un bene costato al Comune quasi 70 mila euro e per il quale, nel corso degli anni, sono stati spesi altri soldi - ha detto Di Rosa - oggi si vuole venderlo ad una cifra ridicola. Perché amministrare così i soldi dei cittadini? E poi, perché Agrigento è stato l'unico Comune in cui l'amministrazione comunale è stata assente alla cerimonia funebre dell'operaio di Rete ferroviarie italiane morto sul lavoro? Aragona e Porto Empedocle, Comuni in cui erano residenti gli altri due operai morti nell'incidente ferroviario, hanno proclamato il lutto cittadino e alle esequie erano presenti i rispettivi sindaci. Ad Agrigento neanche l'ombra».
UIL. «Dalle dimissioni del sindaco, il Comune - scrive Alfo Broccio - necessita di una guida attenta e moderata, in merito è assolutamente non condivisibile l’attendismo della Regione nella nomina del Commissario. Alcuni Consiglieri Comunali, infatti, hanno di recente dichiarato che si è sull’orlo del default, quindi al Commissario l’onere di appurare la situazione e relazionare in merito sia alle parti sociali che alla cittadinanza tutta. E’ già iniziato il toto-sindaco, qualcuno vorrebbe una amministrazione di unità sociale con dentro tutti i partiti politici. In merito la Uil esprime la propria contrarietà».

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