Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ponte crollato a Licata, arrivano meno viveri a Ravanusa

RAVANUSA. Iniziano a scarseggiare i beni di prima necessità, medicine ed anche i rifornimenti di carburante. L’effetto del crollo del viadotto “Petrulla” avvenuto la scorsa settimana, si inizia a far sentire adesso. Protestano i commercianti, i farmacisti, i titolari degli impianti di rifornimento che si approvvigionano da Gela in attesa che la politica e gli organi competenti trovino una soluzione immediata al problema. Il crollo di una campata di appena 100 metri, con quel cemento “depotenziato” inginocchiato sulla terra, ha fatto emergere un problema che prima era ben coperto: la mancanza di soluzioni alternative alla strada statale 626 per raggiungere Licata, Gela, Palma di Montechiaro e da queste città tornare a Ravanusa, Campobello, Canicattì. Non è che di strade non ce ne siano, anzi, la mappa della viabilità provinciale è molto ampia, il problema è che per la mancata manutenzione negli anni, queste strade alternative sono tutte off limits. Non è possibile percorrerle e se si sceglie di farlo, lo si fa a proprio rischio e pericolo, soprattutto per quanto riguarda la statale 123 (per Sant’Oliva) oppure la vecchia strada Ravanusa – Licata che passa per contrada Bifara. Interrotte, o meglio, con tanto di cartello “Strada chiusa al traffico veicolare. E’ consentito solo il traffico locale”. I ritardi nelle consegne sono causati da queste strade: spesso trazzere, ridotte male, avvallate, con numerose e pericolose frane. Dove un tir o un mezzo pesante non può transitare a causa della carreggiata ristretta. In attesa della realizzazione del bypass o del ripristino della campata crollata, quindi ci si adegua ed anche per andare al mare si devono seguire più che altro percorsi da slalom. E mentre si discute non mancano le prese di posizione. Il caso “approda” in Parlamento con il deputato nazionale del Pd, Giuseppe Lauricella, figlio dell’ex ministro che negli anni 80 fece costruire il ponte, che è intervenuto a Montecitorio per chiedere interventi immediati all’Anas. E da Ravanusa, una mozione da discutere in Consiglio comunale è stata presentata dall’esponente di “Ravanusa nel cuore”, Pompeo Savarino, indirizzata al sindaco Carmelo D’Angelo. “La statale 626 – spiega Savarino - rappresenta un’arteria fondamentale per la città, sia per motivi di comodità, infatti ad oggi utilizzare strade alternative rappresenta per i cittadini un enorme disagio (a causa della loro precaria struttura), sia perché questo si estende ai lavoratori pendolari ed ai numerosi interessi e affari economici che legano Ravanusa alla limitrofa ma ormai difficilmente raggiungibile Licata. Per ultimo ma non meno importante, il disservizio stradale rende difficile il collegamento con le stazioni balneari, fulcro del nostro turismo estivo altrimenti pilotabile in altri luoghi più lontani. Savarino conclude con l’invito al sindaco ed alla giunta a far fronte comune con gli amministratori delle città coinvolte per sollecitare le autorità competenti, al fine di affrettare l’inizio dei lavori nel più breve tempo possibile”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia