AGRIGENTO. Non tutte le notifiche sono andate in porto: slitta l'udienza preliminare su un'inchiesta che ipotizza irregolarità in due appalti pubblici nel campo della sanità. Il processo è iniziato ieri mattina davanti al giudice Stefano Zammuto che ha subito rinviato al 14 ottobre. L'inchiesta avrebbe accertato la creazione di bandi su misura per consentire ad alcune ditte di aggiudicarsi gli appalti. Alcune forniture milionarie nel campo della sanità, secondo l'accusa, sarebbero state assegnate grazie a un sistema di amicizie e complicità. Per dieci persone - imprenditori, dirigenti e funzionari dell'Azienda sanitaria provinciale - era stato chiesto il rinvio a giudizio. Il 10 giugno dell'anno scorso due imprenditori erano finiti agli arresti domiciliari, per altri due era stato disposto il divieto di esercitare l'attività e per due funzionari dell'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento era stata chiesta la sospensione. L'ordinanza cautelare era stata emessa dal gip Alberto Davico su richiesta del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del pm Giacomo Forte che nei mesi scorsi è stato trasferito. In aula, ieri mattina, era presente il sostituto Santo Fornasier. Gli imputati in tutto sono dieci. Fra loro c'è l'ex direttore generale dell'Asp di Agrigento, Salvatore Olivieri. Ai domiciliari erano finiti Anna Licitra, 57 anni, di Catania, titolare della ditta "Quattro più srl", e Corrado Di Salvo, 49 anni, di Agrigento, amministratore della Medical Gas Criogenici Srl. Il gip aveva disposto inoltre il divieto di svolgere attività imprenditoriale per Giuseppe Mario Peterlini, 50 anni, di Monza e Spartaco Polimadei, 50 anni di Gallarate (Varese), il primo amministratore delegato della Sapio Life Srl, il secondo responsabile per l'area Sud Italia e Sicilia della stessa ditta. Due funzionari dell'Asp di Agrigento, Antonino Maria Domenico La Valle, 55 anni, responsabile Appalti e forniture, e Vincenzo Ripellino, 34 anni, collaboratore amministrativo, avevano rischiato la sospensione dal servizio. Altri quattro indagati non erano stati raggiunti da nessuna misura. Si tratta, oltre che di Olivieri, di Giuseppe Sanfilippo, 44 anni, di Licata, collaboratore amministrativo dell'Asp; di Antonino Tavormina, 65 anni, ex direttore amministrativo dell'Asp; e di Giuseppe Scozzari, 41 anni, responsabile tecnico del presidio ospedaliero di Licata. Le accuse contestate a vario titolo sono la turbativa d'asta, la frode in pubbliche forniture, l'abuso di ufficio e la calunnia. Nel collegio difensivo degli imputati, fra gli altri, ci sono gli avvocati Francesco Gibilaro, Rosa Salvago, Lillo Fiorello, Carmelo Schillirò e Giuseppe Lipera. Sono due gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti. Entrambi erano stati banditi nel 2010. Il primo riguardava l'acquisto di arredi per i poliambulatori per un importo di 144 mila euro; l'altro (con spesa prevista di oltre undici milioni per cinque anni) prevedeva la fornitura di ossigeno per uso terapeutico. Le indagini sull'altro appalto dall'importo molto più consistente (due milioni e trecentomila euro all'anno per cinque anni) sono scaturite da un comunicato stampa diffuso da Federfarma. Anche in questo caso il bando, sostiene l'accusa, sarebbe stato studiato e scritto a tavolino con requisiti che sarebbero serviti a favorire l'Associazione temporanea di imprese "Sapio" Life riconducibile anche a Di Salvo.