AGRIGENTO. Un familiare rompe il silenzio. Si reca dai poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento e racconta quelli che, a suo dire, non sono più soltanto sospetti. Scatta l'inchiesta. Ed in poco meno di 15 giorni, i poliziotti, coordinati dal vice questore aggiunto Corrado Empoli, trovano i riscontri alle dichiarazioni. Ai gravi fatti denunciati. Ieri mattina, la Mobile ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del tribunale di Agrigento Ottavio Mosti e richiesta dal sostituto procuratore, titolare del fascicolo d’inchiesta, Brunella Sardoni. Un uomo di 52 anni è finito dietro le sbarre del «Petrusa». L’accusa è gravissima ed infamante: avrebbe abusato di una bambina.
Violenze - stando alle ricostruzioni investigative - consumatesi a partire da quando la piccola aveva sette anni e protrattesi nel tempo. Abusi consumatisi in ambito familiare. Il caso che sarebbe stato accertato, quello più eclatante, finito nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, è uno: quello della piccola che, all’epoca dei fatti, aveva sette anni. Ma l’inchiesta è tutt’altro che chiusa.
I poliziotti della Mobile stanno verificando la sussistenza di altri possibili abusi, magari tornando indietro negli anni, verificatisi sempre fra le mura domestiche. Consumatisi in danno di figli e nipoti. Ci sono aspetti, elementi, che vanno approfonditi. Durante l’esecuzione della misura cautelare, gli agenti hanno anche sequestrato delle pen drive e un pc. Tutto verrà analizzato. È prioritario capire se, all’interno, vi possa essere del materiale pedopornografico. I poliziotti mirano anche ad individuare, qualora ci siano e qualora sia possibile, anche altre vittime. Il presunto orco pare, inoltre, che non fosse una ”faccia nuova” per i poliziotti. Avrebbe avuto, in passato, denunce per maltrattamenti in famiglia e per stalking. A suo carico venne anche firmato un divieto di avvicinarsi alla sua ex compagna.
Il cinquantaduenne - stando a quanto i poliziotti della Squadra Mobile hanno ricostruito - avrebbe costretto la piccola a masturbarlo, denudandosi e denudandola, facendola distendere sul letto e mettendosi a cavalcioni. «Inenarrabile» - viene definito dagli stessi investigatori il presunto comportamento del pedofilo. L’uomo, di cui per ovvie ragioni di tutela dei minori non sono state fornite le generalità, ma che appartiene ad un ceto sociale medio, svolgeva un’attività che lo poneva in stretto contatto con i giovani. «Ma gli abusi - tengono a precisare i poliziotti della Mobile - si sono verificati in ambito familiare». «L’inchiesta è ancora aperta. Ci sono altri fatti al vaglio - ha spiegato, ieri, il vice questore aggiunto, a capo della Squadra Mobile, Corrado Empoli - . Quanto accaduto - ha aggiunto - dovrebbe portare tutti i genitori, ribadisco tutti, in maniera indistinta, a tenere alto il livello di attenzione nei confronti dei propri bambini».
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