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Farmacista arrestato a Porto Empedocle, l’Ordine: «Al processo noi saremo parte civile»

AGRIGENTO. Si svolgeranno fra oggi e domani gli interrogatori di garanzia per le sette persone coinvolte nella presunta truffa legata alla vendita dei farmaci. Giovedì il Nas ha eseguito l'ordinanza cautelare firmata dal gip Alessandra Vella su richiesta del pm Carlo Cinque che ha ereditato l'inchiesta avviata dal collega Andrea Bianchi, trasferito a settembre. Agli arresti domiciliari, con l'applicazione del braccialetto elettronico, è finito Mario Terrana, 60 anni, titolare di una farmacia a Porto Empedocle e di due parafarmacie che avrebbe utilizzato per vendere abusivamente farmaci privi delle cosiddette fustelle, le targhette identificative obbligatorie per legge. Il divieto di dimora nei comuni di Agrigento e Porto Empedocle è stato imposto a sei persone. Si tratta di Ninì Mirella Pace, 60 anni, moglie di Terrana; Cinzia Venturella, 31 anni di Ribera; Carmelinda Strazzeri, 33 anni di Mazzarino, farmaciste collaboratrici della farmacia di Terrana; Gino Montante, 67 anni di Agrigento e Andrea Savatteri, 62 anni di Porto Empedocle, medici di base, e Michele Alletto, 45 anni di Agrigento, dipendente della farmacia. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a truffa, falso, ricettazione ed esercizio abusivo della professione. Il gip Vella questa mattina alle 10 nell'aula 9 bis del tribunale interrogherà Terrana e la moglie (difesi dall'avvocato Vincenzo Caponnetto), Cinzia Venturella (che ha nominato come difensori gli avvocati Salvatore Tirinnocchi e Anna Americo) e Alletto (assistito dall'avvocato Davide Spirio). Domani, invece, si svolgeranno gli interrogatori di garanzia per Savazzeri, Montante e Strazzeri che hanno nominato come difensori gli avvocati Salvatore Collura, Giuseppe Scozzari, Salvatore Pennica e Ornella Crapanzano. Terrana, personaggio chiave dell'inchiesta, secondo l'accusa avrebbe utilizzato le sue parafarmacie - per legge autorizzate a vendere solo farmaci da banco - come farmacie vere e proprie. Le fustelle dei farmaci sarebbero state invece attaccate sulle ricette che i medici compiacenti gli fornivano per consentirgli di ottenere indebitamente i rimborsi dell'Asp. Sulla vicenda interviene anche il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Agrigento, Maurizio Pace. "Ci costituiremo parte civile nel procedimento", annuncia Pace che assicura anche "massima vigilanza e rigore contro chi infrange le norme".

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