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Braccialetti elettronici, per otto detenuti applicata la nuova legge

AGRIGENTO. Il braccialetto elettronico, reso obbligatorio dalla legge “svuota carceri”, arriva anche ad Agrigento. Lo strumento da mettere al polso del detenuto agli arresti domiciliari, introdotto dal Parlamento da qualche settimana per alleggerire l’affollamento nelle strutture penitenziarie, è stato già disposto per otto detenuti. Con la vecchia legge andava prescritto solo se ritenuto necessario e si era rivelato persino una spesa inutile visto che era costato diversi milioni di euro allo Stato ma era stato utilizzato pochissimo. Adesso è obbligatorio tranne che il giudice non motivi perché non lo ritiene tale. “La legge lo prevede – ha detto ieri il presidente dell’ufficio Gip Francesco Provenzano – e noi ci siamo attrezzati di conseguenza. Sono già otto i casi in cui è stato disposto questo sistema di controllo. Chi non accetta questa misura deve essere sottoposto a custodia in carcere”.
L’attuazione delle nuove norme è stata resa possibile dopo il via libera di Questura e carabinieri che coordineranno dal punto di vista logistico il funzionamento del sofisticato sistema di controllo in grado di segnalare l’allontanamento del detenuto grazie a un impianto satellitare. Solo ieri lo stesso giudice Provenzano lo ha disposto per tre indagati. Il primo è Michele Salvatore Nuara, il bracciante agricolo cinquantottenne, arrestato venerdì dai carabinieri con l’accusa di avere gestito un giro di prostituzione in un casolare di Casteltermini. L’udienza di convalida, nella saletta interrogatori del carcere Petrusa, era durata pochi minuti. Nuara, difeso dagli avvocati Antonino e Vincenza Gaziano, aveva fatto mettere a verbale che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip Provenzano ha ritenuto che ci fossero gli elementi per applicare la misura cautelare dei domiciliari “con applicazione del sistema di controllo del braccialetto elettronico”. Nuara è rientrato nella sua abitazione di Campofranco, lontano dal casolare dove avrebbe fatto prostituire alcune ragazze sudamericane, e gli è stato applicato lo strumento che segnalerà eventuali allontanamenti da casa. Il gip Provenzano, come prevede la norma, ha scritto nell’ordinanza che «in caso di diniego all’applicazione della misura di controllo elettronico debba restare in stato di custodia in carcere».
Stessa decisione e stessa formula per due giovani di Santa Elisabetta arrestati venerdì dai carabinieri che li hanno sorpresi con quasi 400 grammi di marijuana nascosti nella cassa dello stereo dell’automobile. Anche per Giuseppe Faraci e Alfonso Lombardo, entrambi ventenni, (difesi dagli avvocati Antonino Gaziano e Giuseppe Barba) è stato convalidato l’arresto e il giudice ha disposto la custodia agli arresti domiciliari con la stessa premessa: «In caso di diniego di applicazione della misura di controllo i due indagati vengano associati alla casa circondariale di Agrigento». Il nuovo sistema di controllo, di cui già ci sono otto casi di applicazione in pochi giorni, è destinato a diffondersi a tappeto ma anche ad alleggerire le carceri perché il braccialetto (in realtà quasi sempre si tratta di una cavigliera) è uno strumento sicuro che sembra destinato ad assicurare le esigenze cautelari in molti casi.

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