CANICATTÌ. Nuovo tentativo da parte del comitato civico " Pro Ospedale Barone Lombardo " di sollevare l'attenzione nei confronti del più volte già affrontato tema della mancata apertura del reparto di Rianimazione all'interno del nosocomio cittadino. Dopo aver espresso le proprie ragioni a sostegno dell'avvio dell'importante servizio sanitario ai deputati regionali, Vincenzo Fontana e Calogero Firetto, ed al commissario dell'Asp di Agrigento, Giuseppe Termine, nel corso delle rispettive visite al Barone Lombardo nelle settimane scorse il responsabile del comitato Salvatore Castellano è tornato a far sentire la propria voce questa volta attraverso un dettagliato documento nel quale elenca le ragioni per le quali la Rianimazione dovrebbe essere operativa a Canicattì, chiedendo alle autorità competenti di attivarsi per raggiungere tale obiettivo. Tra tutti i motivi riportati nella nota, in totale sono undici, il più importante, secondo Castellano, è quello legato al fatto che all'interno dell'ospedale canicattinese esiste già un reparto di Rianimazione dotato di tutte le attrezzature idonee a garantire il servizio senza alcun costo aggiuntivo ma che mai fino ad oggi è stato operativo. «In un momento in cui la sanità regionale si avvia verso un percorso di risparmio dei costi - ha spiegato Castellano - non si riesce a capire il perchè non si attivi la Rianimazione al Barone Lombardo dove tutto è pronto da anni e per la quale non sarebbero necessari esborsi di denaro per l'acquisto delle importanti apparecchiature che già il nosocomio possiede da tempo». Nel documento Castellano fa riferimento proprio al risparmio economico che si accompagnerebbe all'apertura della Rianimazione perchè verrebbe meno, in parte, la spesa che comporta all'Azienda Sanitaria provinciale il servizio di elisoccorso per il trasferimento di pazienti che necessitano della Rianimazione in altre strutture ospedaliere. «Senza dimenticare - ha continuato il responsabile del comitato civico - il fatto che il Barone Lombardo è al centro di uno dei più numerosi comprensori della regione che fa capo ad una quindicina di comuni delle province di Agrigento e Caltanissetta con un bacino di quasi duecento mila abitanti. Un dato questo che dovrebbe far riflettere i burocrati regionali e che dovrebbe far comprendere come sia sbagliato concentrare il servizio di Rianimazione soltanto ad Agrigento ed a Sciacca proprio perchè distanti dal territorio cui fa riferimento il comprensorio canicattinese». Il documento, che presenta oltre alle citate anche altre motivazioni, è stato indirizzato ai vertici dell'Asp agrigentino ed è stato consegnato anche al deputato regionale del Movimento Cinque Stelle, Giancarlo Cancelleri, per essere portato a conoscenza della presidenza della Commissione Sanità dell'Ars che in queste settimane è alle prese con la predisposizione della nuova rete ospedaliera regionale.
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