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Agrigento e la festa di San Gerlando: una «rivoluzione» storica

AGRIGENTO. Recuperare il passato nella logica del presente, per costruire il futuro. Quello che la Chiesa sta facendo per San Gerlando è una vera rivoluzione storico culturale. Le reliquie del Santo patrono torneranno in mezzo alla gente dopo più di un secolo.  Potrà passare in mezzo alla folla, come succede per il più “famoso” San Calogero. L'appuntamento, ricorda agli agrigentini il coraggio, l'onestà, la determinazione e la dignità del Patrono cittadino introducendo la rievocazione storica, altra novità di quest'anno. Circa trenta figuranti vestiti con abiti e accessori dell’epoca sfileranno per le vie del centro per la rievocazione storica dell’arrivo di Gerlando, primo vescovo del II millennio, dopo la vittoria normanna e la sconfitta dei musulmani. Su intuito della Chiesa, del parroco Don Giuseppe Pontillo e di tutti i collaboratori, Agrigento avrà il suo primo corteo storico, come succede in ogni città medievale che si rispetti. Come in quei luoghi che mettono la storia al centro della loro identità. Sì perché Agrigento non è, e non può essere, solo folklore e festa di San Calogero, non è solo Sagra del Mandorlo in Fiore,  storia greca e Valle dei Templi. Agrigento è molto di più. E’ anche medievale e rinascimentale e nel centro antico sono ancora vive le memorie di quel periodo. La Chiesa adesso vuole recuperare la storia. Ha perfino realizzato uno spot video di grande effetto. Perché San Gerlando rappresenta non solo una fede religiosa ancora tutta da scoprire. Non solo un punto di riferimento a cui pregare per una città migliore, ma anche il passaggio fondamentale verso il recupero di tradizioni antiche di cui in città c’è poca memoria. Come l’Urna d’argento, restaurata e recuperata dopo il furto di alcuni preziosissimi pezzi. Riportata agli antichi splendori grazie anche al lavoro dell’Arma dei carabinieri, che hanno restituito alla Chiesa i putti in argento che erano stati trafugati. Basta guardare le proporzioni dell’Urna per rendersi conto come questa Diocesi anche nel passato era considerata di grande importanza. Molto probabilmente al pari di Catania e Palermo, dove i santi patroni, Sant’Agata e Santa Rosalia, sono sicuramente al centro dell’attenzione, più di quanto lo sia stato San Gerlando in tempi recenti ad Agrigento. Per questo la Chiesa ha pensato ad un programma di grande valore. La processione, il solenne Pontificale, momenti religiosi, ma anche di rievocazione storica. Pensando non solo alla “cura” dell’anima ma anche a stimolare un processo culturale imprescindibile per una città che vuole essere grande. Il Corteo Storico ma anche l’evento: “Viaggiatore in Girgenti e il Cicerone di Piazza” di Raffaello Politi con le voci di Alfonso Marchica e Massimiliano Arena. Una dieci giorni ricca di manifestazioni, volute e sostenute dalla Chiesa, a cui ha in piccola parte aderito anche il Distretto turistico Valle dei templi. Perché se si vuole rilanciare il turismo e l’immagine di una città, senza arrendersi, bisogna ripartire proprio dalla città antica.

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