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Emergenza randagi a Ravanusa, il sindaco: «Faremo un canile»

RAVANUSA. Richiesto a gran voce un canile. Il sindaco: «Stanziati nel bilancio 2013 3.000 euro per sostenere le Associazioni che si occupano dei randagi. Nel bilancio 2014 individueremo le somme per l’acquisto di un terreno dove le stesse potranno creare un centro di primo soccorso». Abbandonati, bistrattati, investiti, spesso avvelenati. Questa è la fine che fanno molti cani, dopo aver girovagato per le strade alla disperata ricerca di cibo e acqua. Branchi di randagi che, dopo l’ennesimo caso di avvelenamento in via Aldo Moro, riportano sotto i riflettori il problema, mai affrontato dalle Istituzioni. Tutto è lasciato alla buona volontà di pochi animalisti, che si sentono impotenti e soli. Da tempo chiedono, insieme a molti cittadini, interventi efficaci, secondo le disposizioni previste dalla legge. «Una piaga – dicono volontari e firmatari di una petizione - che non può più essere sottovalutata. Il livello di avanzamento sociale si misura anche in base alle azioni di recupero e gestione degli animali». La tutela degli amici a quattro zampe è prevista da leggi e decreti, succedutisi negli anni: «La Regione concede ai Comuni, singoli o associati, e alle Associazioni per la protezione animali iscritte all'Albo Regionale contributi per il risanamento dei canili e per la costruzione di nuovi rifugi sanitari e pubblici e per la predisposizione di ambulatori veterinari in cui effettuare operazioni di anagrafe e sterilizzazione». Questa la risposta del sindaco: «I volontari ci suggeriscono di acquistare un terreno di circa 2.000 mt quadri che si trova fuori paese. Considerato il basso costo, nel bilancio 2014 individueremo tali somme. Ciò permetterà a chi si occupa dei randagi di creare un centro di prima accoglienza. Le varie manifestazioni di interesse dei cittadini ci suggeriscono di chiedere la collaborazione dei comuni limitrofi e agiremo in questa direzione». Coloro che avvelenano i cani e mettono in atto azioni violente sono passibili di denuncia e rischiano il carcere.

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