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Agrigento, spacciava droga in una scuola materna: bidello condannato a 18 mesi

AGRIGENTO. Nascondeva venti grammi di hashish, divisi in due involucri, all’interno dei locali della scuola materna dove lavorava: il bidello Calogero Gramaglia, 52 anni, di Agrigento, arrestato due anni fa dai carabinieri, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione. La sentenza che lo riconosce colpevole del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti è stata emessa ieri mattina dai giudici della seconda sezione penale. Il collegio presieduto da Luisa Turco (a latere Ermelinda Marfia e Francesco Paolo Pizzo) lo ha invece assolto dal reato di peculato. Quando i carabinieri perquisirono i locali dell’asilo dove lavorava trovando la droga decisero di estendere il controllo all’abitazione. Nel suo furgone, parcheggiato all’esterno dell’edificio scolastico, furono trovate due cassette di acqua minerale. Secondo la Procura erano destinate al consumo dei bambini e lui se ne era appropriato. Da lì era scattata l’accusa di peculato che nonostante il modesto valore (meno di tre euro) poteva costargli molto cara. Il pubblico ministero Brunella Sardoni, infatti, aveva chiesto la condanna a un anno e dieci mesi per la sottrazione delle cassette di acqua. Un anno e otto mesi, invece, era la proposta di pena per l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. L’operazione che aveva portato al suo arresto è scattata il 18 marzo del 2012. I carabinieri, al termine di un’attività investigativa mirata, hanno eseguito una perquisizione all’interno della scuola materna e dentro il ripostiglio, utilizzato dal bidello per depositare attrezzi e arnesi della scuola, erano stati trovati venti grammi di hashish contenuti in due involucri. A casa dell’uomo sono stati anche trovati altri due grammi di hashish, alcuni semi di marijuana, un bilancino elettronico di precisione, alcune cartine per la confezione delle dosi e la somma in contanti di 600 euro, presumibile provento dello spaccio. “Il ritrovamento del denaro – ha detto l’avvocato Raimondo Alaimo, difensore di Gramaglia, durante la sua arringa – non prova nulla perché il mio cliente ha uno stipendio fisso di 1.050 euro e svolge altri lavori pomeridiani che giustificano il possesso dei soldi”. Il legale, inoltre, ha sostenuto che “non è emersa alcuna prova del fatto che la droga fosse destinata allo spaccio”. Circostanza che, invece, secondo il pm Sardoni sarebbe stata provata dal ritrovamento del bilancino di precisione. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Marco Zambuto. “È incredibile che un bidello potesse nascondere la droga in una scuola materna frequentata da bambini. Il Comune farà la sua parte istruendo un procedimento disciplinare. Se il processo penale ha accertato la sua colpevolezza ritengo che il licenziamento sarà inevitabile”.

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