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Agrigento, sagra e festival del folclore cambiano volto

AGRIGENTO. Un festival regionale del folclore, con la scelta del migliore costume, nonché musica etnica e jazz. Quattro week end di eventi – da svolgersi a febbraio - per prepararsi alla sagra del mandorlo in fiore all’inizio di marzo. Ormai, nonostante gli appelli degli albergatori e gli incontri con l’amministrazione comunale, il rinvio dell’edizione 2014 della kermesse più importante della città dei Templi sembra scontato.


Oggi il sindaco Marzo Zambuto firmerà la convenzione con l’ente Parco archeologico: i soldi – circa 150 mila euro - derivano dal 30 per cento degli incassi dei biglietti d’ingresso alla Valle. I tempi per organizzare la kermesse e farla partire nelle date prestabilite e già annunciate (l’inizio era stato fissato al 31 gennaio ndr.) ci sono ancora. Forse sono un po’ stretti, ma un tour de force potrebbe consentire agli uffici di rispettare la già annunciata tabella di marcia. Ma quest’anno, l’idea portante è quella di postergarla di un mesetto per fare in modo che la kermesse non venga “tradizionalmente” rovinata dalle condizioni climatiche. Un’idea buona. Un’idea che però non avrebbe dovuto scontrarsi con gli annunci anzitempo. Annunci che hanno fatto scatenare le già connaturate polemiche della sagra del mandorlo in fiore. Perché ad Agrigento non c’è sagra che non venga investita dalle polemiche, a priori o a posteriori. La diatriba di quest’anno riguarda, dunque, proprio l’aver annunciato delle date: 31 gennaio-9 febbraio, facendo mettere in moto la macchina delle prenotazioni in alberghi e B&B – dunque il turismo – salvo poi pensare ad una nuova “formula” di sagra. Una formula certamente inusuale, ma “ipotizzata per rilanciare – dice il sindaco Marco Zambuto – il comparto turistico e fare in modo che la sagra si svolta con delle condizioni climatiche favorevoli”.


Effettivamente, lo scorso anno, a causa del maltempo molte esibizioni vennero spostate, perfino la suggestiva fiaccolata venne rinviata.  L’idea del 2014, “sfornata” nelle ultime ore, è cominciare l’otto febbraio – salvando in questo modo le prenotazioni “incassate” dalle strutture ricettive della città -. E cominciare con un festival regionale del folclore per poi passare, nei week end successivi, ad un momento di scelta del miglior costume, ad un fine settimana di musica etnica e ad un altro di musica jazz, magari con Joe Castellano. Ad inizio marzo, poi, la formula tradizionale: festival dei bambini del mondo fino ad arrivare al festival internazionale del folclore. “L’idea – dice il sindaco – è di farla durare, dunque, un mese, giungendo ad una sagra del folclore che davvero annuncia la primavera. Il che, naturalmente, ci permetterebbe di far tutto con calma e per bene: dalle gare per i servizi da aggiudicare alla migliore scelta ed organizzazione dei gruppi folk”. Negli scorsi giorni, si paventava un rinvio della sagra per motivi finanziari: perché il Parco non era stato autorizzato all’esercizio provvisorio del bilancio. Ostacolo superato, però, poche ore dopo. Il gruppo di lavoro per la sagra, già formato a titolo gratuito e già all’opera, adesso attende di formalizzare i contatti presi coi gruppi folk trasformandoli in impegni e comunicando loro, con certezza, quando avrà inizio il tradizionale festival del folclore internazionale. Necessarie date certe da far veicolare nel mondo del turismo per far rimettere in moto la macchina delle prenotazioni.

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