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Via Vittorio Emanuele, crollo e paura a Caniccattì I calcinacci danneggiano solo auto

Il prospetto di un edificio del dopoguerra ha ceduto senza conseguenze per i passanti, in frantumi il vetro di una Opel

CANICATTI. Tanta paura e per fortuna senza danni alle persone ieri mattina in via Vittorio Emanuele a causa del crollo del prospetto di un vecchio edificio da tempo senza manutenzione. Tutto si è verificato a metà mattinata quando l'intonaco del prospetto di un edificio del secondo dopoguerra è venuto giù travolgendo tutto quanto ha incontrato nel suo percorso. A farne le spese per fortuna è stata solo una vecchia utilitaria, una Opel Vectra, che si trovava parcheggiata accanto all'edificio. Il peso e la violenza dei calcinacci hanno finito per ammaccare il tetto dell'auto e a mandare in frantumi il lunotto posteriore. Scattato l'allarme sul posto sono subito giunti i vigili del fuoco del locale distaccamento ed i vigili urbani assieme ad un geometra della direzione comunale al Territorio ed Ambiente per il sopralluogo di rito. Constatato che il distacco dell'intonaco era stato provocato dalle piogge e dal vento di queste ore e dalla cattiva manutenzione ordinaria dell'immobile è stato redatto il verbale di sopralluogo nell'attesa di verificare se in ufficio erano stati adottate diffide ed ordinanze di messa in sicurezza dell'immobile.
Secondo una prima verifica sembra che a carico dei proprietari sia stata emessa una diffida a causa dei distacchi di cornicione ed intonaco nonché per alcuni infissi pericolanti. Adesso si sta cercando di verificare se gli interventi prescritti siano stati adottati. In ogni caso i proprietari dell'immobile dovranno risarcire il proprietario dell'auto dei danni provocati dal distacco dell'intonaco. Da anni ormai il personale dell'Ufficio Tecnico e dei Vigili urbani monitorano il territorio e gli edifici esistenti per individuare quelli a rischio cedimenti o crolli di qualsiasi entità. Numerosi gli immobili soprattutto del cdentro storico per cui il sindaco ha emesso ordinanze di sgombero perché pericolosi ed inagibili. In alcuni casi però gli immobili sono stati rioccupati da extracomunitari e neocomunitari o da indigenti senza alcuna possibilità abitativa diversa e migliore.
Questa mancanza di alloggi ha costretto l’amministrazione comunale a cercare di utilizzare immobili che avevano una destinazione diversa e ad adattarli ad abitazioni. Non ultimo i casi dei locali di largo Castello un tempo destinati ad uffici amministrative e poliambulatorio dell’allora Unità sanitaria locale che oggi ospitano tre famiglie o dei locali di via Nazionale che circa 40 anni fa ospitavano l’Ufficio di collocamento ed oggi invece una famiglia con un componente non deambulante grave. Sul fronte privato invece si era battuta la strada di contributi a fondo interesse che invece non ha avuto grosso successo per la crisi finanziaria di questi anni.

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