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Troppe «fughe» verso altri ospedali e il Punto nascite di Licata rischia la chiusura

La Cgil ha reso noti i numeri del 2012: «Dei 330 nuovi nati solo 257 hanno scelto il presidio»

LICATA. Nel 2012 i nuovi nati a Licata sono stati 330, ma “solo” 257 sono stati partoriti al San Giacomo d’Altopasso. A Palma di Montechiaro, l’altro Comune assistito dal presidio licatese, sono nati 219 bambini, ma solo 103 puerpere hanno scelto il San Giacomo. Bene, considerato che i parti registrati nel Punto Nascite, nel 2012, sono stati 440, se le donne licatesi e palmesi che hanno preferito partorire altrove avessero scelto, invece, l’ospedale di contrada Cannavecchia, il Punto Nascite adesso non sarebbe a rischio di chiusura. All’appello mancano i 73 neonati di Licata partoriti in altre strutture sanitarie siciliane ed i 116 di Palma di Montechiaro. Senza la scelta di queste mamme di trasferirsi altrove la quota 500, necessaria per mantenere aperto il Punto Nascite del San Giacomo d’Altopasso, sarebbe stata superata abbondantemente. Ed invece nel 2012 il reparto di Ostetricia e Ginecologia si è fermato a 60 parti dai 500 richiesti dalla legge. Adesso, dunque, il Punto Nascite è a rischio e se il Governo deciderà di non accogliere la richiesta di mantenimento in vita giunta da più parti, la Maternità di Licata verrà chiusa.
I dati sono stati forniti ieri dalla Cgil funzione pubblica del presidio, che ormai dal lontano 2009 conduce una battaglia contro la chiusura del Punto Nascite.
C’è da registrare, tra l’altro, che a fronte delle “fughe” di puerpere di Licata e Palma di Montechiaro, il San Giacomo d’Altopasso è stato scelto, per mettere al mondo i propri figli, da numerose donne dell’agrigentino e del nisseno. Nel 2012, infatti, hanno partorito a Licata ben 23 signore di Mazzarino, 19 di Riesi, 18 di Ravanusa ed 8 di Campobello di Licata, centri questi ultimi che abitualmente gravitano su altri ospedali. Infine altri 13 bambini, i cui genitori provengano da altri centri siciliani, sono nati in città.
“I numeri – sostiene Mario Augusto, segretario della Cgil funzione pubblica del San Giacomo d’Altopasso – parlano chiaro. Se il Punto Nascite rimarrà aperto bisognerà evitare le “fughe” verso altre strutture sanitarie. Un ruolo fondamentale, a nostro avviso, possono averlo i ginecologi di Licata e Palma di Montechiaro. Dovrebbero invogliare tutte le loro pazienti a partorire nel nostro Punto Nascite. E’ scontato, però, che non basta arrivare a quota 500 per risolvere ogni problema. Se il Punto Nascite otterrà una deroga poi dovrà essere potenziato, altrimenti successivamente verrà chiuso comunque”.

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