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Case abusive acquisite al patrimonio, il Comune di Licata ne mette in vendita 47

Il sindaco Balsamo: in questo modo restituiamo gli edifici alla legalità e risaniamo il bilancio

LICATA. La giunta ha deciso di mettere in vendita 47 immobili abusivi acquisiti al patrimonio del Comune. Ad acquistarli, ove lo volessero, potranno essere anche gli ex proprietari, esercitando un diritto di prelazione che sarà garantito loro dal bando che Palazzo dell’Aquila si appresta a pubblicare.
“Ciò che anima la nostra decisione – ha annunciato ieri il sindaco Angelo Balsamo – è innanzitutto la voglia di recuperare alla legalità gli immobili in questione. Si tratta di edifici che, nel corso degli anni, sono stati acquisiti al patrimonio del Comune dopo che i proprietari non hanno eseguito nei tempi previsti la demolizione ordinata dal dipartimento Urbanistica. I 47 stabili in questione non insistono in zone in cui il vincolo di inedificabilità è assoluto, e non sono stati sanati soltanto per errori formali. È la legge, relativa ai prevalenti interessi pubblici per la conservazione delle costruzioni abusive site nel territorio comunale, che ci consente la vendita”.
L’amministrazione la decisione l’ha già presa, ma perché sia possibile organizzare la vendita è necessario il via libera del consiglio comunale. L’argomento è all’ultimo punto all’ordine del giorno dell’assise che tornerà a riunirsi il prossimo 20 di novembre.
I 47 edifici abusivi sono soltanto una parte di quelli che, nel corso degli anni, sono stati acquisiti al patrimonio del Comune dopo che i proprietari non li hanno demoliti. L’esecutivo in carica è chiamato ad intervenire, in questo momento, su 180 stabili senza licenza.
“A stabilire la valutazione di ognuno dei 47 immobili – aggiunge il primo cittadino – sarà l’Ufficio Erariale di Agrigento. Noi, con la vendita, contiamo di centrare almeno tre risultati: intanto riportare alla legalità questi edifici. Poi di ottenere somme necessarie a risanare le casse del Comune. Riteniamo, infatti, che la cessione degli immobili frutterà all’ente non meno di quattro milioni di euro. Ma il Comune percepirà degli introiti anche grazie al fatto che chi acquisterà gli stabili in questione, che siano gli ex proprietari o meno, dovrà pagare l’Imu, la Tarsu e gli altri tributi che spettano agli enti pubblici”.
I 47 edifici già individuati sono soltanto i primi che il Comune intende mettere all’asta. Al vaglio degli uffici ci sono altri 80 immobili.
“Per questi ultimi – conclude il sindaco – indiremo a breve una conferenza dei servizi con la Soprintendenza ai beni culturali e archeologici di Agrigento”.

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