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Lampedusa, lezioni con i doppi turni: e i genitori non mandano i figli a scuola

Una trentina di mamme per protesta si sono recate al palazzo comunale. Il vicesindaco Damiano Sferlazzo: «Troveremo soluzioni»

LAMPEDUSA. Non sembrano avere fine i disagi per gli studenti della maggiore delle Pelagie. I genitori dei bimbi di terza elementare hanno scioperato negando che i propri figli entrassero a scuola. Le motivazioni che hanno spinto una trentina di mamme a recarsi poi al palazzo comunale sono legate ai doppi turni che gli studenti sono costretti ad osservare. Le condizioni dei due plessi scolastici sono in via di risoluzione ma i turni pomeridiani causano notevoli disagi alle famiglie e compromettono il rendimento dei ragazzi. In particolare, negli ultimi tempi, l'avvicendamento nel turno pomeridiano era stato programmato con tre settimane a classe. In assenza della preside del comprensorio, la Prof. Rosanna Genco, le mamme inferocite si sono recate al comune pretendendo dovuti chiarimenti. Le risposte sono giunte dal vicesindaco Damiano Sferlazzo e dall'assessore alla pubblica istruzione Antonella Brischetto. «Una possibile temporanea soluzione potrebbe essere l'adozione di moduli abitativi da adibire ad aule», spiega l'assessore Brischetto. Sulla questione sta lavorando l'amministrazione comunale che dal canto suo ha da risolvere l'ingente costo dei prefabbricati. Una soluzione potrebbe arrivare dal Ministero della Pubblica Istruzione al quale Lampedusa intende chiedere supporto. Il plesso di via Grecale attualmente ospita il liceo, sua naturale destinazione, e le medie. Le elementari, prive di un intero edificio nel plesso di via Enna, sono quelle che pagano maggiormente il sacrificio. «Quando i bambini escono da scuola nel tardo pomeriggio - spiega una mamma - sono già stanchi ma devono subito fare i compiti perché l'indomani mattina i genitori non possono seguirli negli studi». Uno degli edifici destinato alle classi medie verrà restituito agli studenti entro gennaio e le aule del liceo, libere dagli ospiti, potranno ospitare temporaneamente le elementari. Una sorta di gioco delle tre carte in cui comunque le aule non sono sufficienti.

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