PALERMO. «Poche parole in inglese ma incomprensibili, tanto dolore e lunghi silenzi». Il viaggio per due donne eritree a bordo dell'elicottero del 118, scampate alla tragedia di Lampedusa, verso l'ospedale Civico di Palermo è stato segnato dalla sofferenza. A raccontarlo è l'anestesista del 118 che ha viaggiato con loro, Edoardo Fileccia. «Sono in gravi condizioni - spiega - disidratate e con sintomi di ipotermia. Erano sfinite per quanto hanno passato questa notte. Tra l'altro una delle due donne era stata data per morta e distesa sulla banchina, accanto ai corpi delle vittime. Solo successivamente si sono accorti che respirava ancora. Le sue condizioni sono le più critiche perchè hanno bevuto acqua di mare e anche della nafta, molto probabilmente fuoriuscita dall'imbarcazione». Ai mediatori culturali che si trovano sull'isola e con i quali hanno scambiato poche parole le prime due donne ferite scampate dall'inferno di Lampedusa hanno detto che sono eritree. Hanno raccontato l'orrore di vedere l'imbarcazione in fiamme e poi non hanno capito nulla, sopraffatte dai tanti corpi finiti in mare. A bordo dell'elicottero c'era un'altra donna che accompagnava una bimba siriana che ha una seria dermatite.
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