PORTO EMPEDOCLE. Lo stillicidio continua. E si fa sempre più pericoloso. Nuova intimidazione, seppur messa a segno in maniera indiretta, ieri mattina, per l’ex sindaco di Porto Empedocle Paolo Ferrara. Una telefonata minatoria è giunta alla redazione di Agrigento del Giornale di Sicilia. «Stiamo preparando un attentato al vice sindaco Paolo Ferrara ... Uccideremo anche la sua scorta!». Poi, è stata bruscamente interrotta la comunicazione. La chiamata di minacce esplicite, inequivocabili, era stata preceduta, pochi secondi prima, da un’altra telefonata anonima. Una chiamata brevissima, durante la quale si sentiva soltanto respirare.
Un mitomane? Impossibile stabilirlo a priori. Una denuncia, circostanziata, è stata formalizzata alla Squadra Mobile della Questura. Spetterà, naturalmente, ai poliziotti - che sono coordinati dal vice questore aggiunto Corrado Empoli - stabilire l’attendibilità di quelle minacce di morte anonime. Minacce che, purtroppo, per l’ex sindaco della Marina, Paolo Ferrara, non sono affatto una novità.
Lo stillicidio continua. E si fa sempre più pericoloso. Quasi come se, chi ce l’ha con Paolo Ferrara abbia deciso di alzare il tiro. Ogni mese, ogni bimestre, sempre di più. Appena lo scorso 12 luglio, un proiettile ed una foto di Ferrara vennero lasciati sulla tomba di famiglia, al cimitero empedoclino. Prima ancora, era successo il 10 maggio: qualcuno, allora, lasciò un bidone di benzina e un proiettile dietro il cancello della sua abitazione, al villaggio Bellavista.
Paolo Ferrara è stato sindaco di Porto Empedocle fra il 2001 e il 2005. Nel 2011, si è ricandidato a sindaco con Italia dei valori, ma l’attuale capo dell’amministrazione comunale, Calogero Firetto, non gli ha lasciato alcuna possibilità di spuntarla. Ferrara è uno dunque che la politica l’ha conosciuta bene, che ha avuto modo di guardarla dritta in faccia. Dell’intreccio fra politica ed altre realtà, Ferrara ha avuto modo di parlarne - facendo un lucido resoconto - anche coi magistrati della Dda di Palermo. Ma è stato anche l’uomo chiave dell’inchiesta antiusura ”Easy Money” che il 18 gennaio del 2010 ha portato, fra Porto Empedocle, Agrigento e Palma di Montechiaro, a nove arresti.
Adesso, questa nuova telefonata. Fatta utilizzando parole che potrebbero suonare come un campanello d’allarme. Allarme per l’incolumità dell’impiegato di banca e degli uomini della sua scorta. Una chiamata che ha riportato alla mente il contenuto di un’altra telefonata: quella che Ferrara ricevette al cellulare negli ultimi giorni del 2012. Allora, in pochi secondi, un uomo, disse: «È inutile che hai la scorta! Ti ammazziamo. E ammazziamo pure a loro!». Ferrara ha denunciato. Lo ha sempre fatto. Lo stesso, è stato fatto ieri mattina in Questura.