Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ufo, parla il responsabile del «Cisu»: nei cieli agrigentini 192 avvistamenti

AGRIGENTO. Dopo il presunto avvistamento dell'oggetto volante non identificato sulla Valle dei Templi e sui cieli di San Leone, il responsabile del CISU in Sicilia il Centro di studi ufologici Salvatore Foresta, intervistato da Alfonso Basile, ha fatto il punto sugli avvistamenti di veivoli sospetti nei cieli agrigentini.


«Nel nostro database - spiega lo studioso catanese a Basile - abbiamo 192 casi nella provincia di Agrigento, di cui 122 riguardano avvistamenti di luci notturne che costituiscono la maggior parte dei casi dell'intera casistica ufologica, 29 casi di dischi diurni, e, per quanto riguarda gli incontri ravvicinati. Poi abbiamo 14 casi detti "limite", per esempio quelli riguardanti UFO non visti direttamente ma notati dopo su alcune fotografie o altri fenomeni connessi all'ufologia e 5 casi dove non è attualmente possibile una classificazione certa». Foresta racconta inoltre come nella maggior parte dei casi di dischi diurni o negli IR, la forma dell'oggetto è discoidale o sferica, ci sarebbero casi di oggetti descritti a forma di sigaro, trottola, clessidra. Prima dell'avvistamento dello scorso 24 giugno, per Agrigento si ci sarebbe stato un solo un caso di oggetto triangolare registrato a Sciacca nell'agosto del 2009. Alfonso Basile ha poi chiesto a Foresta se ci siano stati casi di «abduction» (i fantomatici rapimenti alieni), ad Agrigento ed in generale in Sicilia? «Più che altro - ha detto - abbiamo casi dove si possono riscontrare elementi tipici dei casi di rapimento, tipo il tempo mancante, ma qui ci fermiamo. Naturalmente è un campo questo piuttosto controverso dove con molta probabilità, più che dell'intervento di alieni, in molti casi ci sono problemi di ordine psicologico e onirico».


Lo scorso 24 giugno, diverse persone avevano raccontato che nella zona di San Leone, avevano visto e ripreso «un oggetto che andava in accelerazione per poi fermarsi di scatto e ripartire nuovamente in accelerazione, presumibilmente sull’ordine dei 100 o 200 metri, non si riesce ad arrivare ad una soluzione dato che non c’erano, in profondità, punti di riferimento». E se è vero che l’estate è sempre il periodo in cui si trascorre più tempo all’aria aperta anche nelle ore notturne, c’è di certo un margine ampio per registrare altri singolari e talvolta surreali avvistamenti.

Caricamento commenti

Commenta la notizia