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Consorzio Igp, i controlli sui certificati Canicattì, il ministero esclude 120 aziende

CANICATTI'. Non hanno risposto in maniera esaustiva ed in alcuni casi si sono mostrate completamente sorde ai richiami, dovuti per legge, effettuati dall'Ente Certificatore Csqa e per questa ragione hanno visto revocata la loro certificazione Igp. Per quasi 120 aziende locali impegnate nel settore della produzione dell'uva è arrivata così anche l'estromissione dal Consorzio Igp «Uva da Tavola». La decisione è stata comunicata dal presidente del Consorzio, Antonio Di Grigoli, sulla base delle risultanze dei controlli incrociati effettuati dal Csqa, organismo incaricato dal Ministero delle Politiche agricole, nell'attività di controllo e certificazione di prodotti a Dop e Igp. Un duro colpo quindi per il Consorzio che oltre a vedere drasticamente diminuito il numero di soci si trova alle prese con una situazione di grave immobilismo e disinteresse manifestato dagli stessi produttori di uva da tavola che mette in serio dubbio il futuro dello stesso ente. «La revoca della certificazione Igp decisa dal Csqa - ha spiegato Di Grigoli - e la conseguente estromissione dal Consorzio arriva come frutto di un disinteresse mostrato nel corso del tempo da tutti quei produttori che non si sono allineati ai parametri richiesti e previsti dalla legge per beneficiare dell'indicazione geografica protetta. Tra le principali figurano la mancata comunicazione della
quantità di uva con marchio Igp commercializzata nel corso degli anni e dell'avvenuta estirpazione di vigneti ricadenti nel territorio del Consorzio». Della situazione di difficoltà che vive l'ente, che racchiude ormai soltanto una sessantina di soci, sarà informato l'assessore regionale all'Agricoltura, Dario Cartabellotta, nel corso della sua visita in città prevista nei primi giorni di giugno. «La presenza dell'assessore ci darà l'opportunità di manifestare il grido l'allarme sulle condizioni attuali del Consorzio ed allo stesso tempo sarà un momento di riflessione sui tanti interrogativi che ad oggi aleggiano sul futuro dello stesso - ha concluso Antonio Di Grigoli -. Per continuare serve la collaborazione attiva e partecipe di tutti quei produttori ancora interessati a sfruttare le enormi possibilità di sviluppo che il marchio Igp è in grado di veicolare all'intero settore economico».

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