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Agrigento, troppe antenne vicino casa: condannati Comune e tv locali

L'amministrazioni e cinque emittenti dovranno risarcire una famiglia del posto per "danno morale da stress, afflizione e frustrazione" sottoposta al "timore costante di ammalarsi per la prolungata esposizione a onde elettromagnetiche"

PALERMO. Il Comune di Agrigento e cinque emittenti sono stati condannati a risarcire a una famiglia di Agrigento il «danno morale da stress, afflizione e frustrazione per essere costretti a vivere a contatto con numerose antenne di notevoli dimensioni, col timore costante di ammalarsi per la prolungata esposizione a onde elettromagnetiche che superavano i limiti di guardia».
L'emissione delle onde elettromagnetiche proviene dagli impianti del sito 'via Minerva - rupe ateneàa' e il superamento dei limiti è stato accertato dai rilievi tecnici dell'Arpa su
disposizione dell'Asl 1 di Agrigento.
Il giudice ha disposto che le cinque emittenti riducessero immediatamente e poi mantenessero il livello di emissione di onde elettromagnetiche, entro i limiti prescritti dalla legge.
La famiglia è stata difesa dall'avvocato Maria Teresa Parrino. Le cinque emittenti condannate sono: 'Telecolor International Tci spà, 'Edizioni radiofoniche siciliane srl',  'Radio Vela
Agrigento srl', 'Centro produzione spà, 'Monradio srl'. Il giudice ha riconosciuto non un danno esistenziale, ma «un danno morale, oggettivamente accertabile», dovuto anche alla prolungata esposizione che comporta per la famiglia «controlli medici periodici a scopo precauzionale» quantificato in 30 mila euro. In assenza di conoscenze scientifiche certe sugli effetti
a lungo termine dell'esposizione prolungata ai campi elettromagnetici, il tribunale ha infatti riconosciuto la necessità di «prevenire possibili patologie da stress emotivo per chi abita e vive in prossimità delle sorgenti emissive» e ha condannato il comportamento illecito delle emittenti che hanno violato i limiti di esposizione fissati dal legislatore.
Condannato anche il Comune di Agrigento che ha omesso di esercitare i poteri di verifica, vigilanza e controllo. «È grave inoltre  - si legge nella sentenza - che solo a seguito dell'ordinanza cautelare emessa dal tribunale, il Comune abbia ingiunto la demolizione di tralicci installati senza le prescritte autorizzazioni».

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