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Ponte, cresce l’attesa per la riapertura: transito ancora con l’uso di semafori

Crollo di Verdura sulla SS 115. Ormai per il ripristino della normale viabilità si attende la posa di guard rail e segnaletica

RIBERA. Le proteste, le contestazioni arrivate soprattutto da parte del comitato cittadino riberese ”No ponte, no voto”, guidato dall’avvocato Serafino Mazzotta, da parte di sindaci dei comuni di Ribera, Sciacca, Caltabellotta, Lucca sicula, Villafranca sicula, Menfi, Bivona e Calamonaci, dei consigli comunali dell’hinterland (quello di Ribera ha dato vita ad una prolungata occupazione della sala consiliare), da parte delle organizzazioni sindacali, da quando è stato consentito di utilizzare la ”striscia” di ponte Verdura sulla SS 115 non interessata al rovinoso crollo del 2 febbraio si sono assopite. Il transito degli automezzi, sia pur a senso unico alternato e regolato da semafori, e limitato ai mezzi di portata non superiore alle venti tonnellate, dopo i primi giorni di ”crisi”, dovuta ad attese più lunghe del previsto, poi, a poco a poco diminuite, ha fatto rallentare la pressione esercitata da più parti soprattutto nei confronti dell’Anas: questa nei giorni scorsi, in sinergia con la ditta che si è aggiudicato l’appalto per la ricostruzione del tratto di ponte crollato, ha lavorato sodo per mantenere gli impegnai assunti nel corso del ”tavolo tecnico” tenuto davanti alla Commissione legislativa guidata dal ”grillino” Trizzino. In quella sede è stata indicata come data ultima per il ritorno alla normalità quella del 15 maggio, ma si ritiene che l’evento possa essere anticipato di qualche giorno. Già da giorni, infatti, sono stati piazzati i quattro tubi Armco, sopra i quali, appositamente rinforzati con il cemento soprsastante, dovranno passare gli automezzi e già venerdì è stato posato l’asfalto. C’è da collocare i guard-rails, da sistemare la segnaletica ed effettuare gli ultimi lavori per la sicurezza. Dopodichè l’intervento dovrebbe essere completato. Ad auspicare il ritorno alla normalità maggiormente sono i conducenti di automezzi (camion e tir) con carico superiore a 20 tonnellate, bus con sagomature particolari, che da quel tragico due febbraio scorso, sono costretti a operare giri tortuosi attraverso il percorso alternativo se non addirittura a passare da Palermo per raggiungere l’agrigentino, nell’attesa che venga riperto del tutto il transito sul ponte riparato, al quale, secondo i programmi dell’Anas, bisognerà accorparne un altro nuovo di zecca: questo per evitare che possano ricrearsi in futuro le drammatiche condizioni che si registrano da quasi ottanta giorni a questa parte. Per il nuovo ponte si prevede che ad ottobre possa essere dato l’appalto.

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