CATTOLICA ERACLEA. La quinta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo ha accolto ieri l’istanza finalizzata ad ottenere l’indennizzo per ingiusta detenzione presentata da Francesco Manno, 50 anni, impiegato comunale di Cattolica Eraclea arrestato nell’ambito dell’operazione «Minoa». L’uomo è stato difeso dagli avvocati Giovanna Craparo e Valeria Martorana.
Francesco Manno - nipote del presunto ex boss di Cattolica Eraclea, Domenico Terrasi – era stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso il 27 novembre del 2009 dagli uomini della Dia di Agrigento in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palermo, Silvana Saguto, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Fernando Asaro.
Il Tribunale del Riesame di Palermo, il 22 dicembre 2009, accogliendo il ricorso dell’avvocato Valeria Martorana annullò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per insussistenza dei gravi indizi di reato. Così Manno fu subito scarcerato. Ma - dopo la sentenza di primo grado nel processo svoltosi col rito abbreviato davanti al Gup di Palermo Mario Conte che il 22 dicembre del 2010 lo aveva condannato a otto anni - tornò in carcere dopo il Natale del 2010, esattamente dal 28 dicembre 2010 fino al 14 dicembre 2011 quando l’uomo fu poi assolto, con formula piena «perché il fatto non sussiste», dalla Corte d’Appello presieduta da Insacco (consiglieri a latere Binenti e La Commare) e tornò quindi in libertà. Con la decisione di ieri la Corte d’Appello ha riconosciuto a Francesco Manno di avere patito la detenzione ingiustamente stabilendo un indennizzo da 95 mila euro che gli dovrà essere risarcito dal ministero della Giustizia. L’inchiesta antimafia «Minoa» che portò a sette arresti tra Cattolica Eraclea, Montallegro e Ribera non in gran parte retto in dibattimento. Sono stati assolti oltre a Manno anche Giuseppe Terrasi, Andrea Amoddeo, Gaspare Tutino, Paolo Miccichè, Marco Vinti. La condanna è arrivata solo per Domenico Terrasi (a 12 anni) e Damiano Marrella (8 anni), entrambe le pene sono state ridotte in Appello poiché è venuta meno l’aggravante di essere rispettivamente i capi delle della famniglie mafiose di Cattolica Eraclea e Montallegro che fanno parte del mandamento di Ribera.