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Canicattì, ancora violenza sugli animali: sei cani randagi avvelenati in centro

A 24 ore dalle lamentele dei residenti delle vie Pirandello, Rampi e Amendola per la presenza di un branco

CANICATTI'. Nuovo avvelenamento di cani randagi nel centro cittadino. La notizia arriva a ventiquattro ore esatte dalla diffusione delle lamentele dei residenti della zona compresa tra le vie Luigi Piranello, Alfredino Rampi ed Amendola per la presenza di un nutrito branco di cani randagi, la maggioranza dei quali di grossa taglia.
Ad essere stati avvelenati sono sei animali, di cui tre ancora cuccioli. Si tratterebbe di componenti dello stesso branco segnalato dagli abitanti della zona agli amministratori comunali e ai funzionari della polizia comunale. Le lamentele degli abitanti nella zona per la presenza dei cani nei pressi dei portoni d'ingresso ai due stabili abitati soprattutto da impiegati comunali, politici ed anche personale della polizia locale. Era stato l'ispettore Stefano Giunta ad accertare e segnalare al suo superiore e agli amministratori comunali la presenza degli animali anche perché nella zona vi erano dei bambini che giocavano a rincorrersi con delle biciclette ed avrebbero potuto disturbare la tranquillità dei randagi.
La segnalazione dell'avvelenamento dei sei cani randagi è stata data da Totò Treppiedi, impiegato comunale e segretario cittadino di Sel, che abita nello stesso complesso edilizio. L'uomo di buon mattino era sceso nello spiazzo antistante la cooperativa edilizia anche per dare da mangiare ai cuccioli ma li ha trovati ormai morti assieme a tre cani più grandi. «Gli animali avevano chiari i sintomi dell'avvelenamento - dice Treppiedi- ed alcuni animali avevano la bava alla bocca. Il gesto costituisce un pesante atto di intolleranza e di gratuita violenza ad animali, almeno questi, che non avevano mai dato segni di aggressività».
Anche questa vicenda di avvelenamento assieme a quella della presenza di branchi di cani randagi sono state portate all'attenzione degli amministratori comunali e delle forze dell'ordine costretti sempre più ad occuparsi del fenomeno del randagismo, delle aggressioni alle persone e dei successivi avvelenamenti. La sterilizzazione degli animali randagi catturati così come il ricovero in canili e peggio ancora il periodico avvelenamento non risolvono il problema del randagismo nonostante l'amministrazione comunale sia costretta a spendere circa centomila euro l'anno solo per fronteggiare un fenomeno che sembra essere tutto canicattinese.  

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