AGRIGENTO. Anche ieri è proseguita la preparazione dell’Akragas in vista della trasferta di domenica a Monreale dove si confida di timbrare il passaporto per la serie D. La seduta di allenamento si è svolta sul campo in fibra sintetica di Palma di Montechiaro visto che l’“Esseneto” si presentava allagato. Il giorno prima la squadra era stata ospite degli impianti dello Sport Village. Vincere significa non dovere aspettare il risultato dell’Atletico Campofranco (che gioca in casa con il Riviera Marmi) perché, essendo attardato di 10 punti, non potrebbe raggiungere il manipolo allenato da Pino Rigoli in testa alla classifica nelle restanti tre partite. Alla formazione della Città dei Templi potrebbe bastare anche la spartizione dei punti ma a condizione che l’undici nisseno non vada oltre il pareggio. Ma sono calcoli di lana caprina perché ormai il salto di categoria da tutti viene ritenuto un obiettivo raggiunto, una pratica archiviata. Al seguito dell’Akragas non mancheranno i tifosi che si stanno organizzando per raggiungere la cittadina normanna con vari mezzi: chi in pullman, chi con autovetture private, chi addirittura con il treno con tappa a Palermo.
“Non sarà, comunque, una partita facile – tiene a precisare il direttore sportivo Totò Catania – perché il Monreale ha necessità di far punti per tentare di raggiungere la salvezza diretta senza passare dalla roulette russa dei play out”. L’allenatore Pino Rigoli teme anche il campo avversario dalle ridotte dimensioni e in terra battuta che non esalta le qualità dei suoi giocatori, tutti dotati di buona tecnica. Per scaramanzia la società, con in testa il presidente Silvio Alessi, al momento non ha programmato alcuna celebrazione. Prima bisognerà conquistare la matematica certezza della promozione che, come detto, potrebbe arrivare domenica pomeriggio. Ma già i festeggiamenti ci sono stati al termine della vittoriosa gara con l’Alcamo con i tifosi della curva sud che hanno acclamato i loro beniamini autori di una stagione ricca di soddisfazioni che ha cancellato i tanti bocci amari ingoiati nei 17 anni di purgatorio in Eccellenza.