AGRIGENTO. «Il Pdl non farà più parte della giunta D'Orsi». E' questa la linea del partito, indicata dal capogruppo in Consiglio provinciale Ivan Paci, per ribadire alle indiscrezioni che avevano fatto trapelare l'ipotesi della nomina ad assessore provinciale di un esponente del partito di Alfano. «Questa linea - spiega Paci - condivisa all'unanimità dalla deputazione nazionale e regionale e dagli organi di partito, è quella della ferma opposizione ad una amministrazione inadeguata e fallimentare, senza equivoci di sorta o strumentalizzazioni create ad hoc. Ancora oggi, a distanza di 2 mesi circa dalla fine del mandato - aggiunge il capogruppo - il presidente D'Orsi avendo perso il senso della misura, continua con rimpasti inutili e nomine di assessori alimentando nella gente un sentimento di forte repulsione per la politica e un desiderio impellente di abolizione delle Province viste come enti utili solamente alla spartizione del potere». Anche Riccardo Gallo, neo eletto deputato nazionale nel Pdl, respinge ogni ipotesi che il gruppo del Patto per il territorio, movimento confluito nel partito di Alfano, possa inserire in giunta un proprio esponente. «La nostra linea è quella del Pdl - ha detto Gallo - il nostro leader è Alfano». Il nome che circola insistentemente come probabile assessore della giunta D'Orsi è quello del vice coordinatore provinciale del Pdl, Rosario Marino, che è anche consigliere provinciale. «Se Marino accetta - replica Ivan Paci - lo fa solo a titolo personale e si dovrà dimettere dal partito, perché la nostra linea è quella dell'opposizione alla giunta D'Orsi». Maria Iacono entra a Montecitorio. Adesso è ufficiale: la provincia di Agrigento per la prima volta ha eletto al Parlamento nazionale una donna. «La scelta del segretario nazionale Pierluigi Bersani di optare per un altro collegio - spiega in una nota il coordinatore provinciale del Pd, Emilio Messana . consente a Maria Iacono, candidata del Partito democratico alla Camera dei deputati, di inaugurare la nuova stagione della politica e dell'impegno civile nella nostra provincia. La scelta del Pd di celebrare le primarie, introducendo il doppio voto di genere, ha liberato energie e creato uno sbocco effettivo al protagonismo e alla voglia di cambiamento che animano le donne agrigentine».