
PALERMO. Sono stati decapitati i vertici di cosa nostra dell’Agrigentino. I carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno eseguito cinquantasei ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti dei vertici dei mandamenti e delle famiglie mafiose.
L’operazione ha di fatto disarticolato i mandamenti di Santa Elisabetta e Sciacca e sedici famiglie mafiose della provincia. Tra gli arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa anche il sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella, eletto alle ultime amministrative. I pm della dda di Palermo gli contestano di avere concordato le candidature delle ultime comunali del 2014 con esponenti mafiosi di vertice del suo paese e fatto illecite pressioni nell'assegnazione di appalti.
Nel mirino anche esponenti delle cosche di Caltanissetta, Palermo, Enna, Ragusa e Catania.
L'inchiesta ha svelato legami tra le cosche locali e la mafia di tutte le province della Sicilia e le 'ndrine calabresi. Accertate anche estorsioni a 27 aziende ed un vasto traffico di droga. Gli affiliati avrebbero chiesto il pizzo alle cooperative per la gestione degli immigrati richiedenti asilo. Sette società riconducibili ai clan sono state sequestrate.
L’imponente blitz, è stato coordinato dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo è stato denominato “Operazione Montagna”, è stato eseguito da 400 militari, supportati da un elicottero, dallo squadrone eliportato cacciatori Sicilia e da unità cinofile.
In carcere, tra gli altri, è finito Francesco Fragapane, 37 anni, figlio dello storico capomafia di Santa Elisabetta Salvatore, da anni ergastolano al 41 bis. Scarcerato nel 2012 dopo aver scontato sei anni di prigione, Fragapane ha ricostituito e retto lo storico mandamento che comprende tutta l'area montana dell'agrigentino e i paesi di Raffadali, Aragona, S. Angelo Muxaro e San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini. Fragapane era poi stato riarrestato e nuovamente liberato la scorsa estate: attualmente era sorvegliato speciale. Nell'inchiesta sono coinvolti diversi familiari del padrino di Agrigento e capimafia a lui alleati.
Sono state sequestrate le aziende V. & F. Group srl di Agrigento, Mg Giochi di Traina Nazarena con sede a Cammarata, il centro scommesse “GoldBet” di corso Umberto I a Casteltermini e LI.Ve.Ca. srl con sede a Racalmuto. Sigilli anche ai patrimoni aziendali delle imprese individuali di Stefano Valenti, Gerlando Valenti e Vincenzo Spoto.
L'indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri.
10 Commenti
Franz
22/01/2018 07:32
Gli Italiani brava gente....
marco
22/01/2018 18:15
solo 56?
ATTILA
22/01/2018 07:42
E ORA INDAGATE E DATE RISCONTRO SUL VOTO DI SCAMBIO E CHI SONO I MANDANTI DI QUESTO SISTEMA.
Disoccupato
22/01/2018 07:52
Ottimo lavoro!!!!!! Ieri arresti eccellenti a palermo, settimana scorsa arresti eccellenti a catania, poi all imprenditore vicino al topo matteo messina denaro, e, oggi ad Agrigento... bene! Ottimo! Combattiamo questo male, questo cancro! Meledetti mafiosi cbe per colpa vs, e del vs senso di potere, ci avete distrutto il futuro.
Marvia
22/01/2018 13:11
La polizia, i carabinieri fanno benissimo il loro lavoro, speriamo anche i giudici....
mino il dentista
22/01/2018 08:26
Piú ne prendete e meglio é. BRAVI
Rob2erto
22/01/2018 09:42
Complimenti alla procura e forze dell ordine. Ma per estinguere la mafia ci vuole anche altro. È un fenomeno culturale, è inculcato nel modus vivendi di alcuni..che non sono pochi. Mi auguro che il prossimo governo affronti seriamente la questione.
Giuseppe
22/01/2018 09:55
La mafia, vera emergenza siciliana, al contrario di finte emergenze create a tavolino per distrarre dai veri problemi
Parrinello Vincenzo
22/01/2018 11:02
Sono un po' sconcertato, è mai possibile che con tutti questi arresti giornalieri, questo signori della mafia non finiscano mai? capisco che siano proliferi e magari come conigli, questo spiegherebbe il perché tolto di mezzo uno l'altro prenda subito il posto rimasto vacante. Quello che non capisco, è, come mai dopo decenni di lotta alla mafia, nella nostra regione questo culto -se così si può definire- non vuole proprio cessare? Arcaica mentalità locale? quel feudalesimo che i n ostri geni non vogliono proprio scrollarsi di dosso? ho semplicemente è qualcosa a cui le amministrazioni non vogliono rinunciare? Non so che risposta dare a questi interrogativi, sono ceto, però, che non sarebbe difficile fare chiarezza a questo punti oscuri. basterebbe un po' d'impegno.
honhil
22/01/2018 14:08
A quanto pare Agrigento Città e la provincia agrigentina sembrano essere davvero molto irrequiete di questi tempi, se nel giro di qualche giorno hanno conquistato le prime pagine dei quotidiani italiani. Ci sarebbe poi da chiedersi se, tra la retata effettuata dalle forze dell’ordine su disposizione della procura di Palermo sfociata in 56 arresti e «l’inchiesta su "Girgenti Acque” con i suoi 73 indagati e la rimozione del “prefetto di Agrigento coinvolto nell'indagine”» promossa dalla procura di Agrigento, ci possa essere un qualche filo sottile di accomunamento. O ciò è dovuto soltanto al caso malandrino. Chissà?
Fulvio
22/01/2018 15:21
Ma Caltanissetta città e San Cataldo?.
Antonio
22/01/2018 15:56
Scusa Marvia, per errore ti ho dato il Pollice in giù... Sono totalmente d’accordo con il tuo commento.