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Migranti tunisini sbarcati a Lampedusa, da domani comincia il rimpatrio. Salvini: adesso più voli charter

Comincerà probabilmente domani il rimpatrio dei 184 tunisini sbarcati venerdì a Lampedusa. I migranti, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, verranno rimpatriati con i voli charter attualmente utilizzati nell’ambito dell’accordo in vigore con la Tunisia che prevede procedure semplificate per il rimpatrio dei cittadini sbarcati sulle coste siciliane, con un massimo di 80 rimpatri a settimana.

I primi 40 dovrebbero dunque partire domani, ma ci vorranno invece un paio di settimane affinché tutti i 184 vengano riportati nel paese nordafricano: l'accordo attuale prevede sì procedure semplificate di rimpatrio per i cittadini sbarcati sulle coste siciliane, dopo le verifiche sull'identità svolte dal console tunisino a Palermo o da suoi rappresentanti; ma stabilisce anche che su ogni volo charter non possano salire più di 40 tunisini a volta, ognuno dei quali scortato da due poliziotti, con un massimo di 80 rimpatri a settimana.

E da Tunisi non è arrivato alcun via libera a modificare queste condizioni. Il primo volo dovrebbe dunque decollare domani e il secondo è previsto per giovedì. Poi altri due voli sono in programma la settimana successiva, se non emergeranno novità dall'incontro già pianificato per martedì al Viminale.

A Roma arriverà il ministro dell'interno di Tunisi Hichem Fourati e l'obiettivo di Salvini è proprio quello di aumentare i voli e velocizzare le procedure, anche calcolando che la maggioranza degli stranieri sbarcati quest'anno in Italia (4.220) viene proprio dalla Tunisia. Dall'inizio del 2018, inoltre, su 3.515 tunisini rintracciati in posizione irregolare ne sono stati rimpatriati 1.633, poco meno della metà. La linea resta dunque quella indicata dal ministro nel corso del vertice con i colleghi dell'Interno dell'Ue venerdì a Vienna: "Lavoriamo a soluzioni veloci, efficaci e innovative" tra le quali la possibilità di identificare i migranti soccorsi sulle navi e riaccompagnati direttamente nei paesi di origine, ma solo nel caso in cui ci siano accordi con questi ultimi. "Stiamo lavorando sul flusso in arrivo dalla Tunisia - conferma anche oggi Salvini - Lì non c'è guerra, non c'è carestia e non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia. E stiamo lavorando per cambiare accordi che altri hanno lasciato e che non sono assolutamente soddisfacenti. I voli charter già partono per la Tunisia settimanalmente, l'importante è che ne partano di più e con più gente a bordo".
Si vedrà cosa ne pensa Tunisi e cosa chiederà in cambio, nel caso in cui accettasse la proposta di maggiori rimpatri. Per ora il ministro dell'Interno rivendica i successi del governo - "in tre mesi 40mila sbarchi in meno, alla faccia di chi diceva 'non si può fare niente'" - e si gode i sondaggi che, dopo il caso della Diciotti, danno il 61% degli italiani schierato con lui, tra cui anche un quarto degli elettori di centrosinistra e il 57% di quelli cattolici.

"Dei sondaggi mi fido poco - commenta - ma andando in giro, parlando e ascoltando, sento il consenso a quanto stiamo facendo per difendere i confini e fermare barconi e barchini". Dunque "non linea dura ma buonsenso" e "avanti così".

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