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Gioielli falsi, truffa dello specchietto e polizze inesistenti: sei denunce nell'Agrigentino

Gioielli falsi spacciati per vere pietre preziose, truffa dello specchietto e polizze assicurative di compagnie in realtà inesistenti. Sono in tutto sei i denunciati tra Ribera, Sciacca e Caltabellotta, accusati di truffa aggravata e continuata in concorso.

A Ribera tre uomini residenti nel Palermitano imbrogliavano gli acquirenti vendendo gioielli falsi. I carabinieri li hanno bloccati e identificati giovedì scorso, quando durante il mercato settimanale una donna ha riconosciuto tra la folla i finti esperti di pietre preziose che l’avevano truffata qualche settimana prima.

La vittima ha subito chiamato il 112 e i militari, già presenti in borghese al mercato, hanno individuato i soggetti che hanno tentato la fuga venendo però bloccati dopo un breve inseguimento a piedi. I tre, tutti con precedenti per truffa, sono stati perquisiti e trovato in possesso di alcuni gioielli falsi, svariate banconote da 500 euro anch'esse fasulle e una lente di ingrandimento.

Già da alcune settimane i carabinieri di Ribera sono impegnati in un servizio di controllo in borghese nel mercato per contrastare truffe come quella delle false pietre preziose, tra le più gettonate.

La tecnica di approccio è la seguente: un truffatore, fingendo di essere un commerciante di pietre preziose, di solito straniero, si avvicina alla vittima prescelta e con la scusa di dover rientrare al paese di provenienza e di aver bisogno di denaro in contante, propone l’acquisto di gioielli ad un prezzo scontatissimo. Il tutto reso necessario dall'esigenza di contanti per il viaggio di rientro.

Dopo qualche minuto si avvicina un complice, finto esperto di pietre preziose, che viene in aiuto della vittima, fugando eventuali dubbi sull'autenticità e sul valore delle gemme.

Subito dopo, fingendo di essere un amico dello stesso esperto, si avvicina un terzo soggetto che, rendendosi conto della compravendita in atto, fingendo di non voler perdere l’occasione, si dice interessato a voler concludere a tutti i costi l'acquisto della pietra, rendendosi disponibile anche a dare un acconto, a titolo di caparra.

A questo punto il finto commerciante di pietre preziose afferma che i gioielli devono essere venduti necessariamente alla vittima, che è arrivata per prima. Il tutto viene reso ancora più credibile dall'insistenza dell’altro acquirente, che consegna dei soldi falsi a titolo di acconto al finto commerciante, per indurre la vittima a prendere posizione velocemente ed a concludere quanto prima la trattativa.

Talvolta, come a Ribera, il "trucco" funziona e la vittima alla fine consegna ingenti somme di denaro in contante al venditore, che le consegna il finto gioiello facendo successivamente perdere le proprie tracce, insieme ai suoi complici.

Denunce anche tra Sciacca e Caltabellotta: nel primo caso si tratta della cosiddetta "truffa dello specchietto", nella quale appunto si simula l’impatto dell'auto della vittima con quella del truffatore, al fine poi di arrivare ad una soluzione bonaria che veda risarcito sul posto lo stesso malvivente.

A Caltabellotta invece i militari della stazione hanno denunciato due persone di origine campana, per aver indotto la vittima a pagare una somma di denaro per delle polizze assicurative riconducibili a compagnie inesistenti.

 

 

 

 

 

 

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