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Menfi, in sette in manette fra boss e gregari: "Le mani sugli affari della Valle del Belice"

AGRIGENTO. Scattano le manette per sette personaggi di spicco di cosa nostra agrigentina, che ha affari anche nella Valle del Belice e controlla numerose attività economiche e appalti.

I carabinieri hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di boss e affiliati della famiglia mafiosa di Menfi. Il blitz è stato ordinato nella notte dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo ed ha il nome in codice “Operazione Opuntia”.

Cento militari hanno effettuato perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile e di metal detector per la ricerca di armi. Gli arrestati sono tutti ritenuti responsabili di appartenere a cosa nostra. Sono stati documentati collegamenti con capi mandamento e capi famiglia di Sciacca e dintorni. Effettuate anche numerose perquisizioni.

I provvedimenti restrittivi scaturiscono da una complessa indagine condotta dal 2014 dai carabinieri di Sciacca sotto il coordinamento della Dda di Palermo. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso armata, denominata "Cosa Nostra", con l'aggravante dell'aver perseguito il controllo di attività economiche e di appalti pubblici.

I carabinieri, attraverso pedinamenti ed intercettazioni, sono riusciti a documentare come gli indagati avessero riorganizzato la famiglia mafiosa di Menfi, dopo essere entrati in contatto con elementi del calibro di Leo Sutera, già capo del mandamento di Sambuca di Sicilia e con il benestare di Pietro Campo, capo della famiglia mafiosa di Santa Margherita di Belìce e di Montevago. Questi ultimi, indagati in altri procedimenti, non sono colpiti dal provvedimento cautelare di oggi.

La riorganizzazione della famiglia di Menfi - dicono gli investigatori - ''si era resa necessaria a seguito di un'altra imponente operazione dei carabinieri, condotta nel 2008 sotto il nome in codice scacco matto, che aveva portato alla totale disarticolazione di Cosa Nostra in tutta la valle del Belìce''.

L'indagine ha permesso di fare luce sugli attuali assetti organizzativi e gestionali in seno all'organizzazione, delineando compiutamente i ruoli direttivi assolti dai capi famiglia di Menfi e Sciacca e la piena disponibilità nei loro confronti da parte dei rimanenti affiliati.

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