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Agrigento, tentò di violentare la sua ex: concessi i domiciliari

AGRIGENTO. Arresti domiciliari col braccialetto elettronico per il ventiseienne arrestato il 20 dicembre dai carabinieri con l’accusa di tentata violenza sessuale aggravata. I giudici del tribunale del riesame, ai quali si è rivolto il difensore, l’avvocato Antonino Gaziano, hanno in parte modificato l’ordinanza emessa dal gip Francesco Provenzano, su richiesta del pm Salvatore Vella, disponendo la sostituzione della misura cautelare. Le esigenze di custodia, secondo il tribunale, sono salvaguardate anche con la detenzione in casa purchè vi sia lo strumento di rilevazione elettronica che consente di accertare in tempo reale se l’indagato si è spostato dal luogo della detenzione.

Di fatto, però, il giovane è rimasto nella cella del carcere Petrusa perché non vi sono braccialetti elettronici disponibili e probabilmente solo la prossima settimana si risolverà la questione. Il giovane, sostiene l’accusa, pur di ottenere un rapporto sessuale con l’ex fidanzata di diversi anni più giovane, l’avrebbe minacciata di pubblicare sul web foto e dettagli intimi della loro storia d'amore passata. Le indagini dei carabinieri della stazione del Villaggio Mosè, frazione dove è avvenuto il fattaccio, sono state abbastanza brevi.

Dopo la fine della storia d'amore con la ragazzina minorenne, pare che il ventiseienne non sarebbe riuscito ad accettare la conclusione della relazione e avrebbe iniziato a minacciare, ripetutamente, anche durante le ore notturne, la ragazzina che avrebbe pure tentato il suicidio. Quale strumento di ricatto - stando a quanto è stato ricostruito ieri dai carabinieri del comando provinciale - il ventiseienne «minacciava di rivelare, prima ai familiari della ragazzina e poi anche ad altri, anche attraverso l’uso dei principali social network, dettagli e immagini intime della loro storia di coppia, qualora la ragazza non avesse accettato di avere rapporti sessuali con lui».

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