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Allarme sbarchi fantasma nell'Agrigentino, dalla Tunisia nuova rotta per Lampedusa

L'immagine di una delle imbarcazioni "fantasma" trovate ad Agrigento

AGRIGENTO. Da Agrigento a Porto Empedocle, ancora Realmonte, Sciacca e Lampedusa, piccole imbarcazioni con un numero indefinito di migranti approdano alle prime ore del mattino. Partono di notte dalle coste della Tunisia, nella speranza di sfuggire ai controlli. Una volta giunti sulle coste siciliane si disperdono, lasciando dietro di loro solo le barche arenate. Sono gli "sbarchi fantasma", fenomeno che si sta presentando con maggiore frequenza nelle ultime settimane e che preoccupa i sindaci dei Comuni agrigentini. A riaccendere il caso, già sollevato qualche giorno fa dai sindaci di Lampedusa e Pozzallo, è stato il primo cittadino della Città dei Templi, Lillo Firetto che ha inviato una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, e al Ministro dell'Interno, Marco Minniti, per denunciare "senza fare allarmismi - scrive il sindaco -, la situazione di disagio che si è venuta a creare in città a seguito di una serie di cosiddetti sbarchi incontrollati o fantasma".

Firetto chiede "il potenziamento dei servizi di controllo da parte delle forze dell'ordine per garantire la sicurezza, fronteggiare il fenomeno e assicurare l'identificazione dei migranti, i controlli medici e l'assistenza di cui questi soggetti necessitano. Un rafforzamento delle forze di polizia, sia di mezzi che di risorse umane, è ciò che gli agrigentini si aspettano per continuare il percorso di integrazione e di sostegno - afferma - che è in atto da tempo e che rappresenta un valore fondamentale per una comunità come la nostra, che di multiculturalità ha intriso profondamente la sua storia e che sulla multiculturalità immagina il suo futuro".

Non sono solo gli sbarchi fantasma, a destare preoccupazione negli ultimi giorni anche i nuovi arrivi di tunisini. L'ultimo, in ordine di tempo, ieri quando a Lampedusa sono approdati quarantacinque tunisini, tra loro tre minori non accompagnati, a bordo di una piccola barca.

Secondo  il segretario di Stato per l'immigrazione e i tunisini all'estero, Adel Jarboui, al centro di accoglienza di Lampedusa tra il 10 e il 14 ottobre sarebbero arrivati oltre 845 migranti tunisini, di cui 93 minori. Si tratta dei cosiddetti "migranti economici", per lo più giovani disoccupati che lasciano la propria terra in cerca di un futuro migliore in Europa. In un'intervista rilasciata all'agenzia Tap qualche giorno fa, Jarboui ha annunciato la visita in Italia da parte di una delegazione tunisina per indagare sulla situazione di questi migranti e fornire loro tutto il necessario sostegno. Una visita che "sarà anche un'occasione per trovare con le autorità italiane i possibili mezzi per combattere la migrazione illegale". "Questa nuova ondata di migrazione illegale è dovuta a notizie false che circolano su Facebook, secondo le quali le autorità italiane avrebbero deciso di regolarizzare la situazione di questi migranti - ha detto Jarboui nell'intervista -, precisando che altri fattori socioeconomici, come il basso potere d'acquisto e la mancanza di sostegno familiare, culturale e istituzionale ai giovani, hanno contribuito all'aumento della migrazione illegale".

In un vertice al Viminale col sindaco di Lampedusa, Totò Martello, il ministro Minniti ha assicurato il rafforzamento dei controlli in mare per il contrasto all'immigrazione e una diminuzione dei flussi grazie ad "accordi bilaterali" fra Italia e Tunisia.

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