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Migranti, a Lampedusa la marcia in ricordo delle vittime ma è polemica sulle parole di Grasso

LAMPEDUSA. A Lampedusa per non dimenticare. Non dimenticare i 368 migranti morti nel naufragio del 3 ottobre 2013 e con loro tutti gli uomini, le donne e i bambini che prima e dopo quella data hanno perso la vita in mare nel tentativo di conquistare un futuro migliore: solo nel 2017 sono state 2.655 le persone morte e disperse nel Mediterraneo.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, e la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, assieme al sindaco Totò Martello, a tantissimi giovani arrivati da tutta Europa, ad alcuni dei superstiti della tragedia di quattro anni fa e a Tareke Brhane del Comitato 3 ottobre, hanno partecipato stamani alla marcia che da piazza Castello è arrivata alla Porta d’Europa. «Il primo segnale che vedono coloro che si avvicinano con la speranza di un futuro migliore alle nostre coste» ha osservato l’ex magistrato che ha ricordato l’articolo 10 della nostra Costituzione per dire che, «non solo chi fugge dalla guerra, ma anche chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalla violenza ha diritto d’asilo». Parole che hanno infiammato la Lega.

«E' gravissimo che il presidente del Senato inciti a violare la legge. Quando afferma infatti che dobbiamo far arrivare in Italia migranti economici, quindi clandestini, di fatto incentiva l’ingresso illegale nel nostro territorio» ha commentato il capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga secondo il quale se Grasso non corregge il tiro dovrebbe dimettersi. Contro gli ingressi illegali ha puntato l’indice anche il presidente di fratelli d’Italia Giorgia Meloni che oggi ha scelto di ricordare «tutte le vittime italiane - tra le quali anche immigrati regolari - dell’immigrazione incontrollata».

Intanto, tra le schermaglie dei politici, anche oggi 140 migranti sono sbarcati a Pozzallo dal pattugliatore della Marina militare 'Cassiopeà e oltre 800 sono su nave Dattilo della Guardia Costiera diretta al porto di Catania portando a bordo anche le salme di di 3 migranti recuperate domenica in una delle operazioni di soccorso al largo della Libia. Un flusso che esige l’impegno dell’Europa. Molti passi sono stati fatti per salvare vite umane, grazie alle operazioni Triton e Poseidon, ha ricordato Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni giunto nell’isola per il triste anniversario. Ma - ha promesso - «non ci fermeremo a questi risultati, nei prossimi due anni avremo oltre 50 mila reinsediamenti per chi ha bisogno di protezione internazionale ed è bloccato in paesi di transito dell’Africa, inclusa la Libia».

La cerimonia di commemorazione sull'isola siciliana ha avuto una sponda a Roma nella mostra «Bambini, storie di viaggio e di speranza» inaugurata oggi alla Camera, nel complesso di vicolo Valdina. Foto consumate dall’acqua e dalla salsedine, una macchinina rossa che un bambino di cinque anni teneva in tasca, e gioielli, una speranza per ricominciare, sono gli oggetti salvati dal naufragio del 3 ottobre e ora esposti. «Sono storie di bambini migranti, eroici, coraggiosi, che sono cresciuti molto in fretta», ha commentato la presidente della Camera, Laura Boldrini secondo la quale «non basta tenere lontani i migranti per risolvere i problemi, né diminuire il numero degli arrivi» perché «quando è in gioco la vita umana, la culla dei diritti umani deve farsi qualche domanda sulle ragioni per cui le persone non arrivano più».
In serata è arrivata sull'isola la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Il ministro degli Interni Claudio Minniti è rimasto invece a Roma. Il sindaco di Lampedusa Totò Martello ha fatto sapere di essere stato convocato a Roma per il prossimo martedì.

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