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Dalla Germania ad Agrigento, in mostra l'arte di Daniele Franzella

AGRIGENTO. Installazioni “monumentali”, materiche e sonore, sculture di grandi dimensioni, opere grafiche, fotografie.

La lezione tedesca di Daniele Franzella - vincitore del Premio FAM Giovani 2014 - è riunita e impaginata per la prima volta in “Monumentale”, in mostra dal 15 luglio e fino al 24 settembre 2017 alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento. A cura di Alessandro Pinto e organizzata dagli Amici della Pittura Siciliana dell'Ottocento, si inaugura sabato 15, ore 19.

Reduce dalla residenza artistica a Düsseldorf - metropoli europea dove lo scultore palermitano ha potuto sperimentare e coniugare nuovi e più intensi linguaggi espressivi – Daniele Franzella assembla alle Fabbriche Chiaramontane l’entusiasmante esperienza creativa maturata in Germania e, in un'unica grande composizione narrativa, espone le sue ultime produzioni, ancora inedite in Italia.

Venti le opere in mostra, alcune realizzate proprio durante la residenza tedesca: un dialogo a più voci, carico di elementi che pescano dalla Storia e ne riscrivono il linguaggio, come accade “Bethlem”, opera itinerante già esposta a Düsseldorf nel 2016 in spazi pubblici come la Johanneskirche e la Staatliche Bibliothek.

Daniele Franzella non è nuovo a questo tipo di sculture: sebbene si confronti con materie prime sempre diverse, emerge in ogni sua espressione un senso di pervasa, impalpabile poesia; e, nello stesso tempo, si interroga spazialmente, Franzella, sulla caducità dei valori della società. Alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento non lavori isolati l’uno dall’altro, ma - nella visione di Franzella e del curatore - un'unica grande composizione creativa: un’immagine tridimensionale, totale e totalizzante, che annulla ogni distinzione temporale.

Una Gesamtkunstwerk [opera d’arte totale] composta da frammenti diversi disconnessi formalmente tra loro, ma che colpiscono i sensi dello spettatore conducendolo verso un mondo di eventi mai avvenuti, ma allo stesso tempo reali. "L’attimo e il frammento, dunque: categorie temporali e spaziali che nella realizzazione scultorea rappresentano la frantumazione delle stesse categorie - scrive nel suo testo critico, il curatore Alessandro Pinto - Nell’opera “Bethlem” le due categorie vengono condensate utilizzando un linguaggio prettamente scultoreo e monumentale. Riprendendo la tradizione delle statue equestri, Franzella realizza un’opera in cui, con dettaglio realista, viene rappresentato un asino carico fino all'inverosimile di oggetti legati fra loro che sembrano provenire da diverse epoche, tutte intellegibili ma di difficile discernimento/collocazione temporale: ecco padelle, fucili, ceste, un cannone, sacchi di iuta, sedie, un elmetto, taniche di benzina. Elementi che sembrano condensare gli ultimi cento anni di storia dell'Occidente: dalle prime guerre postcoloniali fino ai giorni nostri”. Comuni scenari postbellici in cui carovane di profughi migrano verso terre di pace, raccattando tutto quello che trovano sul loro cammino. "Lo stesso asino - conclude Pinto - ha una posa stanca, esprime un carattere emozionale e quasi cogitabondo: sembra Atlante che sostiene il peso del mondo e della storia”. Il catalogo di "Monumentale", a cura di Tomo, é poi un‘opera a sé: un raccoglitore di multipli d’arte con elementi disuniti. Un invito implicito a ricomporre la narrazione per dar vita a una galleria di piccolo formato che riproduce le opere in mostra alle Fabbriche Chiaramontane.

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