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Cinque cani avvelenati in un mese, è allarme randagi ad Agrigento

AGRIGENTO. Salgono a cinque i casi di avvelenamento di randagi ad Agrigento. Gli ultimi due sono stati ritrovati ieri dai cittadini che non hanno avuto neanche il tempo di avvertire i soccorsi veterinari.

Le due carcasse sono state trovate tra piazza Ugo La Malfa e la via Esseneto. E come nei casi precedenti - uno a Fontanelle e altri due nell'area del Parco archeologico - sembrerebbe che ad uccidere gli animali siano state delle esche avvelenate.

La strage di randagi coinvolge però anche altri comuni dell'Agrigentino. Tra gennaio e marzo, infatti, furono più di dieci i cani senza padrone che sono stati avvelenati a Bivona. Qui il sindaco Giovanni Panepinto aveva deciso di «mettere in sicurezza» i superstiti. "Verranno accalappiati, ricoverati, sottoposti a visite veterinarie nel canile di Cammarata e sterilizzati" - aveva spiegato il primo cittadino.

Lo scorso aprile tra Racalmuto e Grotte altri sette cani randagi, ancora cuccioli, sono stati avvelenati. Gli animali sono stati trovati, quattro già morti ed altri tre in gravissime condizioni, nella zona di via Terranova, in contrada Stazione. I tre cuccioli che i volontari hanno cercato di salvare sono morti ancor prima di arrivare dal veterinario.

Increduli, arrabbiati, molti grottesi che hanno espresso la propria condanna sui social network. Gli animali avvelenati si trovavano praticamente a Grotte, ma in quella porzione di territorio che risulta essere territorio di Racalmuto.

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