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Concessioni edilizie, Tuzzolino: "Affari con mafia e massoneria"

AGRIGENTO. «Ho deciso di collaborare con la giustizia nel 2013, dopo essere stato minacciato dalla Stiddra. Sostenevano che avessi rubato dei soldi a Giuseppe Condello. In fin dei conti ho iniziato a collaborare da subito, quando ero in carcere, con la dottoressa Alessandra Vella».

Termina così, dopo quasi sette ore ininterrotte, l’audizione del pentito Giuseppe Tuzzolino.

L’architetto, rispondendo alle domande del presidente del collegio Giuseppe Miceli, ricostruisce le motivazioni che lo hanno spinto ad accusarsi di migliaia di reati, tirando in ballo centinaia di persone (politici, imprenditori, pubblici funzionari e persino magistrati) quando, di fatto, non doveva scontare neppure un giorno di carcere visto che aveva definito i suoi guai giudiziari con un patteggiamento inferiore ai due anni.

«Conosco l'ingegnere Giuseppe Gabriele, è quello accanto all'avvocato Valenza. Mi è stato presentato dal medico Salvatore Castellino, ispettore provinciale del «Grande Oriente». Si tratta della più antica massoneria d'Italia. Castellino aveva anche un tempio massonico accanto allo studio».

Vella chiede, allora, di produrre la documentazione relativa alla «Gran Loggia d'Italia». Gli intrecci fra malaffare e massoneria emergono sempre più chiaramente. Si capisce anche che l'indagine è estesa anche ad altre province siciliane.

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