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Ribera, riapre parte del ponte Verdura. Crolli e ricostruzioni: le difficoltà della Sicilia dei viadotti

Il "nuovo" ponte Vedura

RIBERA. Tra demolizioni, ricostruzioni, riaperture e dubbi, la situazioni dei viadotti in Sicilia è quantomeno complicata. Per una buona notizia, ne arriva un'altra cattiva. Nel corso di questi ultimi anni non si sono verificate tragedie, come quella di ieri avvenuta sulla A14, con due persone morte, o come quella verificatasi qualche mese fa in Brianza, ma questo non significa che sull'Isola la situazione sia tutta rose e fiori. Anzi.

Una buona notizia arriva dall'Agrigentino, dove  questa mattina ci sarà il sopralluogo dell’Anas e, probabilmente, anche l’apertura, ad un solo senso di marcia, del nuovo ponte Verdura, sulla statale 115. Ci vorrà qualche settimana per il completamento degli ultimi lavori e per i collegamenti in tutte le direzioni, ma ormai il nuovo ponte, già realizzato, è una realtà. Ed il vecchio, parzialmente crollato il 2 febbraio 2013, verrà interamente demolito.

Lunedì era arrivata però una notizia di quelle cattive, almeno per quanto riguarda la viabilità, sempre nell'Agrigentino, con l'Anas che ha comunicato la necessità, dopo alcuni controlli, di demolire il viadotto “Petrusa”, che consente alla statale 122 “Agrigentina” di sovrappassare il tracciato della nuova strada statale 640 “Degli Scrittori”.

Un viadotto da rifare, dunque, e che già in passato, per le sue continue chiusure e controlli, aveva creato più di un disagio agli utenti e più di una perplessità, tanto che a gennaio era stata presentata un'interpellanza al ministero, dato che di quelle verifiche non se ne sapeva poi molto. Adesso è arrivata la sentenza, ed è una sentenza che fa male. Il motivo della demolizione è presto detto: questa operazione (così come ad esempio avvenuto con il viadotto Himera della Palermo-Catania) comporta costi minori piuttosto che la messa in sicurezza, che non dà delle garanzie assolute e che avrebbe bisogno, probabilmente, di continui interventi ed aggiustamenti.

Nell’aprile 2015 sull'autostrada A19 Palermo-Catania cedette uno dei piloni del viadotto Himera che provocò la chiusura dell’autostrada e conseguentemente la Sicilia rimase tagliata in due per mesi.  Il cedimento venne provocato dallo smottamento di una collina. Per collegare le due principali città siciliane, all’inizio, fu studiato un percorso che conduceva, attraverso strade di montagna, a Polizzi e Caltavuturo, con un aggravio di almeno 45 minuti del tempo di percorrenza.

Andò avanti così per mesi, fino al 16 novembre 2105, quando fu inaugurata la bretella costruita per aggirare l’interruzione: costo 5,7 milioni per due chilometri che congiungono lo svincolo di Scillato al viadotto Himera. I lavori cominciarono il 7 agosto, 4 mesi dopo la chiusura al traffico del tratto d’autostrada. Il successivo dicembre furono demoliti i 200 metri di viadotto in direzione Catania. Ora l’autostrada è percorribile col doppio senso di marcia solo su una delle due carreggiata del tratto interessato.

Nel Palermitano emblematico il caso viadotto Scorciavacche, sulla statale 121 tra Palermo e Agrigento, crollato il 30 dicembre 2014 dopo una settimana dalla sua inaugurazione.  Ora c'è un'inchiesta in corso, con l'accusa per tecnici e dirigenti di aver anticipato l'apertura del viadotto.

Per questo la Procura di Termini Imerese ha iscritto nel registro degli indagati il vertice dell'Anas in carica nel 2014, due dirigenti generali dell'azienda, il direttore dei lavori e altri tecnici e funzionari.

Il sostituto procuratore Giovanni Antoci ipotizza vari reati - dalla concussione al falso - nei confronti dell'ex presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, dl condirettore generale Alfredo Bajo, e di due dirigenti dell'azienda: Stefano Liani, direttore del settore delle nuove costruzioni, e Michele Vignate, vice direttore centro-sud di Anas.

Secondo la Procura, la decisione di accelerare i tempi di apertura del viadotto sarebbe stata presa da Ciucci e dagli altri per "mero tornaconto personale". Ne sarebbe testimonianza anche un comunicato con il quale veniva rivendicato con soddisfazione il merito di avere anticipato l'inaugurazione di tre mesi rispetto al termine contrattuale, malgrado fossero stati già riscontrati problemi di stabilità nel tratto che il 30 dicembre 2014 ha ceduto.

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