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"Estorsione ad una collega", arrestato l'avvocato agrigentino Arnone

L'avvocato Giuseppe Arnone

La squadra mobile di Agrigento ha arrestato l'avvocato Giuseppe Arnone in flagranza con l'accusa di estorsione. È stato sorpreso mentre chiedeva a una sua collega, l'avvocato Francesca Picone, di obbligarsi a pagare una somma di denaro, promettendo in cambio che non avrebbe alzato clamore mediatico su una vicenda giudiziaria in cui la Picone è imputata di irregolarità nei confronti di alcuni clienti successivamente assistiti da Arnone. L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Arnone è un personaggio molto noto in città: è stato leader degli ambientalisti agrigentini e candidato a sindaco.

La squadra mobile è intervenuta al momento del pagamento della somma di 14 mila euro che sarebbe stata pretesa da Arnone e ha sequestrato al professionista due assegni che la Picone aveva emesso a suo favore.

"Mi stupisco fortemente perché l'indagato, sin dal primo minuto in cui è chiamato in questura ed ha questa qualità ha il diritto di avere un difensore - ha detto Arnaldo Faro,  l'avvocato di Arnone -. Abbiamo prodotto una serie di documenti ed è in corso la verbalizzazione dell'acquisizione dei documenti che, a mio modo di vedere, dimostrano l'estraneità dell'avvocato Arnone in questa squallida vicenda. Non mi risulta che ci siano accordi di 50 mila euro - ha aggiunto -. Ci sono una serie di mail. Se ci sono assegni ancora non lo so. È una vicenda inquietante. Molto inquietante".

Ad indagare sono stati i pm Cinque e Macaluso che chiederanno al gip di Agrigento la convalida dell'arresto. Giuseppe Arnone, per anni esponente di punta degli ambientalisti agrigentini, era stato candidato a sindaco di Agrigento per la prima volta nel giugno del '93 perdendo al ballottaggio con Calogero Sodano, da lui più volte denunciato per abusivismo. Successivamente si era candidato anche con il Pd, entrando tuttavia in rotta di collisione con i vertici del suo stesso partito.

Arnone ha presentato numerosi esposti anche nei confronti dei vertici giudiziari di Agrigento diventando protagonista di campagne di stampa e clamorose manifestazioni di protesta con tanto di maxi poster raffiguranti i suoi avversari. Ultimamente aveva preso le difese di alcuni proprietari di immobili abusivi nella Valle dei templi, cercando di opporsi fisicamente agli ordini di demolizione.

AGGIORNAMENTO

La tesi della Procura è stata successivamente ritenuta priva di fondamento e il reato è stato derubricato.

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