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Canicattì, sequestrati beni per oltre un milione di euro a un boss

AGRIGENTO. Sono stati sequestrati i beni appartenenti al capo mafia di Canicattì, Calogero Di Caro, per il valore di 1,3 milioni di euro. I militari del nucleo di polizia tributaria di Agrigento hanno eseguito un decreto di sequestro cautelare preventivo nell’ambito di un procedimento in materia di misure di prevenzione.

Si tratta quattro appartamenti ed un magazzino, tutti situati a Canicattì. I cinque immobili erano stati acquistati nel 1985 da Liliana Maria Pia Ninotta, moglie di Calogero Di Caro, al prezzo di 125 milioni di lire.

Il provvedimento è stato emesso nello scorso mese di luglio nei confronti di Calogero Di Caro dal Tribunale di Agrigento, su proposta della Dda della Procura della Repubblica di Palermo, a seguito di indagini patrimoniali disposte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, iniziate nel 2009 e concluse nel 2011.

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria hanno evidenziato la sproporzione tra il valore dei beni acquistati e la capacità reddituale del nucleo familiare del Calogero Di Caro. Nello stesso periodo Calogero ha accresciuto la sua importanza all’interno della mafia agrigentina, tanto da subentrare nel ruolo di reggente allo zio Giuseppe Di Caro, ucciso nel 1991.

Calogero Di Caro è infatti figura di primo piano all’interno di cosa nostra, avendo stabilito contatti dagli anni '80 con altri esponenti di spicco della mafia della provincia di Agrigento e di quella regionale. Questo spaccato emerge da due le sentenze di condanna per il reato di associazione di stampo mafioso, entrambe passate in giudicato e risalenti, che risalgono rispettivamente al 1997 ed al 2008. La fase cautelare del sequestro degli immobili è stata portata a termine dai militari del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento che vi hanno apposto i sigilli.

Gli immobili confiscati sono stati affidati ad un amministratore giudiziario nominato dallo stesso Tribunale di Agrigento all'atto dell'emissione della misura cautelare. Il tribunale ha fissato per il 5 ottobre l’udienza per la discussione della proposta di applicazione, nei confronti di Di Caro, della misura di prevenzione personale e della confisca dei beni oggetto del sequestro.

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