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Spaccia frutta tunisina per italiana: denunciato imprenditore di Licata

AGRIGENTO. E’ stato denunciato un imprenditore agrigentino accusato di aver acquistato frutta e verdura in Tunisia ed averla poi rivenduta come merce prodotta  in Italia. Sono stati sequestrati 10 mila euro al titolare di un’impresa di Licata, per recuperare l’evasione delle imposte. I finanzieri hanno eseguito il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Agrigento, che si è concluso con  il sequestro di due terreni e due camion frigo. Il titolare dell’impresa è stato, inoltre, denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento per i reati di frode in commercio, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali ed occultamento delle scritture contabili obbligatori. La frode fiscale ammonterebbe a 1 milione di euro.

L’imprenditore agrigentino avrebbe venduto oltre 60 tonnellate i prodotti alimentari non tracciabili ad imprese nazionali. La frode consiste nella violazione all’art. 18 del regolamento CE nr. 178/2002, che impone agli operatori del settore alimentare un sistema di rintracciabilità in tutte le fasi della produzione, trasformazione e della distribuzione degli alimenti.

Le fiamme gialle avrebbero accertato che dal 2011 fino ai primi mesi del 2016, l’azienda avrebbe importato prodotti vegetali dalla Tunisia per un valore di 4,8 milioni di euro. L’imprenditore avrebbe poi rivenduto nella rete distributiva dei mercati nazionali e regionali oltre 64 mila chili di frutta e verdura importata dal nord Africa, che però sarebbe stata “spacciata” per “coltivata in Italia” , visto che sarebbe stata fatturata con la dicitura “prodotto di origine italiana” .

L’avvio delle indagini, è scaturito in prima battuta da controlli di polizia tributaria che hanno evidenziato l’inosservanza dell’obbligo delle dichiarazioni fiscali e l’omesso versamento delle imposte dovute.  La verifica fiscale ha così permesso di ricostruire tutte le operazioni economiche relative alle importazioni dalla Tunisia ed alle vendite, facendo emergere tutti i passaggi tra fornitore e clienti .

L’attività ispettiva si è quindi conclusa con la segnalazione per di un imponibile di circa 4 milioni di euro ed un’imposta complessivamente evasa pari a circa 1 milione di euro.

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