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In cella i vertici della mafia del Belice, tre arresti - Nomi e foto

AGRIGENTO. Nuovo colpo ai clan agrigentini. La polizia ha arrestato tre persone considerate ai vertici delle famiglie mafiose della provincia. A finire in carcere Pietro Campo di Santa Margherita Belice, Ciro Tornatore di Cianciana, Vincenzo Marrella di Montallegro. I tre sono ritenuti colpevoli, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e detenzione illegale di armi da fuoco.

Un'altra misura cautelare, l’obbligo di dimora, è stata emessa a carico di un catanese di cui non è stato diffuso il nome, accusato di furto aggravato in concorso.

Campo e Tornatore sono ritenuti, fino al 2013, esponenti di primo piano, a livello provinciale, di cosa nostra. In particolare Campo sarebbe stato esponente di punta, fino a tre anni fa, nella zona occidentale della provincia. Entrambi, inoltre, erano già stati arrestati nel 2002, nell’ambito dell’operazione Cupola nel corso di un summit mafioso, organizzato per l’elezione dell’allora capo provincia Maurizio Di Gati.

L’operazione di oggi è la terza fase dell’Operazione Icaro che ha già portato a 13 misure cautelari, eseguite il 2 dicembre dello scorso anno, e altre nove il 26 maggio. In entrambi i casi, come in stavolta, le operazione sono state condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, e dalla Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti.

Nelle precedenti occasioni, la polizia aveva eseguito le 22 misure cautelari a carico di indagati ritenuti responsabili di associazione mafiosa, estorsioni, riciclaggio, danneggiamenti, detenzione illegale di armi, spaccio di droga, rapina a mano armata, tentato omicidio.

L’indagine è stata diretta dalla Procura della Repubblica, Direzione distrettuale antimafia di Palermo, dai pubblici ministeri Rita Fulantelli, Emanuele Ravaglioli, Claudio Camilleri e Bruno Brucoli, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia.

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